Nelle Marche le donne che si sono
rivolte al 1522 (numero antiviolenza e stalking) sono state 256,
87 in meno (-25,4%) rispetto all'anno precedente, ma 75 in più
rispetto al 2019, ovvero +41,4%. Un dato, reso noto da Cgil,
Cisl, Uil in occasione dell'8 marzo, Giornata internazionale
della donna, che dimostra l'incidenza del periodo pandemico nei
maltrattamenti di genere.
Nel 47,3% dei casi la motivazione riguarda violenze fisiche,
sebbene sia alta anche l'incidenza delle violenze psicologiche
(33,2%). La violenza sessuale riguarda l'8,2% dei casi. La
classe di età più colpita è quella dai 25 ai 34 anni (21,1% dei
casi), che rispetto al pre-pandemia rileva altresì una crescita
dei contatti del 50%.
I dati sono stati diffusi oggi ad Ancona durante l'assemblea
regionale delle delegate e dei delegati di Cgil, Cisl e Uil
Marche sul tema della prevenzione e del contrasto a tutte le
forme di violenza e molestie di genere, sia nel contesto
familiare che nei luoghi di lavoro. È stata anche l'occasione
per lanciare la campagna di sensibilizzazione e informazione per
combattere tutte le forme di violenza di genere.
"Il nostro non è un Paese per donne e anche nelle Marche
persiste ancora un problema di resistenza culturale: le ragazze
che si laureano in materie scientifiche sono in numero ridotto
rispetto ai ragazzi, nel mercato del lavoro le donne sono
retribuite meno rispetto ai colleghi uomini, fanno più fatica a
trovare un lavoro e, quando lo trovano, è precario, senza
diritti e tutele", scrivono in una nota Cgil, Cisl e Uil delle
Marche "che sono impegnati affinché si attivino tutti gli
strumenti utili a praticare una contrattazione di genere a tutti
i livelli che sostenga la parità e ad incrementare il numero di
protocolli per l'eliminazione delle molestie e delle
discriminazioni in tutti i luoghi di lavoro".
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