E' cominciato in questi giorni
l'abbattimento dei silos nel porto di Ancona, nell'ambito del
progetto Eagle di Fmg (Frittelli Maritime Group), un intervento
di rigenerazione territoriale di un'area abbandonata da circa 13
anni nello scalo e soggetta a bonifica ambientale. Alcuni dei
silos, testimoni silenziosi di una memoria storica della città,
verranno conservati, come simbolo di archeologia industriale,
mentre il resto dell'area ex Bunge si prepara ad essere
trasformato in uno spazio moderno, efficiente e sostenibile.
Il progetto è stato lanciato un anno fa: in 12 mesi sono
state portate a termine varie attività: decommissioning
(smantellamento) del sito con l'abbattimento degli edifici per
circa 80mila metri cubi totali; riconoscimento della non
contaminazione del suolo e della conseguente idoneità alla
riqualificazione; recupero di varie tonnellate di materiali a
scopo di riuso quali ferro, legno, carta, plastica, fibrocemento
e metalli vari e smaltimento di rifiuti quali amianto compatto,
friabile e fibre artificiali vetrose.
Sempre nell'arco dell'anno è stato ristrutturato e reso
operativo il primo magazzino in area ex Sfir, ribattezzato Fmg
Logistics 2, che oggi funge da polo logistico per la
cantieristica navale. La progettazione dell'opera di
ricostruzione, che inizierà il prossimo aprile, è stata affidata
alla società di ingegneria We Plan Group di Osimo. Secondo
Michele Baleani, ad di We Plan, Eagle "non avrà un impatto
positivo esclusivamente sull'assetto fisico dello scalo, ma
anche sull'intera comunità anconetana, valorizzando il
patrimonio culturale della città". "Ci stiamo preparando alla
fase di ricostruzione - commenta il presidente di Fmg Alberto
Rossi -: anche questo sarà un momento impegnativo e importante
al quale mi auguro che tutte le parti coinvolte diano la giusta
importanza e offrano il loro adeguato contributo".
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