Rimuovere la legna da letti dei
fiumi e aree alluvionali per dare più sicurezza ai territori,
ridando centralità al ruolo di agricoltori e allevatori, e
valorizzare i materiali legnosi che altrimenti finirebbero in
discarica. E' il progetto sperimentale "Prendiamoci cura del
Misa-Raccogliere per contenere, promuovere, prevenire",
presentato oggi a Senigallia (Ancona), nato dalla collaborazione
tra Coldiretti, Federforeste, Consorzio di Bonifica e aziende
agricole del territorio. Una decina le realtà agricole che hanno
aderito alla sperimentazione, dopo l'alluvione del 2022 causò 13
morti e danni per due miliardi di euro. Danni causati anche
dagli ostacoli che i fiumi Misa e Nevola incontrarono lungo il
loro percorso durante la piena: enormi quantità di tronchi, rami
e detriti vegetali trascinati nei pressi dei ponti lungo la
vallata, provocando esondazioni che invasero strade, abitazioni
e aziende. Il progetto intende ripulire il fiume Misa,
permettendo a agricoltori e allevatori di prelevare la legna per
trasformarla in energia a costo zero. Secondo Andrea Montresor,
coordinatore territoriale di Federforeste, "negli ultimi cento
anni ci sono state almeno 44 alluvioni. E' ora di passare a un
modello che possa contribuire alla prevenzione, in collina,
nelle vallate, n montagna. Una soluzione che può creare anche
reddito ed energia per tante persone". Soddisfatto anche Mirco
Carloni, presidente della Commissione Agricoltura della Camera
dei Deputati. "In passato allevatori e agricoltori si prendevano
cura di fossi e fiumi, raccogliendo la legna, un fatto scontato
ma poi divenuto oggetto di tensioni. In attesa che si faccia la
manutenzione straordinaria dobbiamo riprendere quello che è il
sano e naturale rapporto tra ambiente e agricoltore, che per me
rimane il bioregolatore vero del nostro sistema ambientale" ha
concluso Carloni, sottolineando l'importanza della filiera del
legno. Promotrice dell'iniziativa poi sfociata nel Decreto Legna
con un fondo di 500mila euro, è la Coldiretti. Ma secondo la
presidente regionale Maria Letizia Gardoni, il ruolo degli
agricoltori come custodi del territorio è stato "ostacolato
negli ultimi anni da un ideologismo ambientale estremo e
burocrazia".
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