"Non possiamo accettare che la
categoria degli infermieri che godeva della riconoscenza di
tutti per il servizio generoso e puntuale prestato nel corso
della pandemia, oggi subisca un pesante attacco alla propria
dignità personale e professionale". E' la posizione dell'Ordine
degli Infermieri della provincia di Ancona (Opi), che, sentiti
anche gli Ordini Macerata, Fermo ed Ascoli Piceno, esprime
"profondo disappunto e preoccupazione per la pubblicazione della
Legge regionale 19 del 2022". L'Opi di Ancona, che rappresenta
oltre 3.700 infermieri, non entra nel merito della decisione
politica di modificare l'attuale assetto in 5 Aziende Sanitarie
Territoriali oltre all'Azienda Ospedaliero-Universitaria Ancona
e all'Inrca, ma dopo un'analisi dei contenuti della legge, il
presidente Giuseppino Conti parla di "decisioni che non possiamo
condividere e che non vanno assolutamente nella direzione
auspicata dagli infermieri, non nell'interesse corporativistico
della categoria ma in quello del paziente e della sua
assistenza". In particolare con la legge di riorganizzazione
"viene eliminato il Dipartimento delle Professioni Sanitarie e
sostituito con un generico 'servizio', così come non viene
prevista la Dirigenza Infermieristica e delle professioni
sanitarie a livello di presidio ospedaliero e a livello
distrettuale, evidenziando una considerazione diversa rispetto
alla direzione medica". Secondo l'Ordine delle Professioni
Infermieristiche "non è possibile ripensare i servizi
territoriali che obbligano ad una contestuale riorganizzazione
dei servizi ospedalieri senza una direzione infermieristica e
delle professioni sanitarie adeguata nelle competenze e nel
riconoscimento pieno della responsabilità diretta
nell'operatività, al pari delle altre dirigenze sanitarie".
L'Opi chiede un "immediato confronto".
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