La Camera di Commercio di Ancona ''manifesta all'unanimità la propria preoccupazione in merito al piano di riforma proposto dal Ministero Infrastrutture e Trasporti, che potrebbe portare, secondo voci giornalistiche insistenti, all'accorpamento dei porti di Ancona e Ravenna e conferma tutto il necessario sostegno per garantire la piena autonomia dell'Autorità Portuale di Ancona''.
Per il presidente della Cciaa Giorgio Cataldi "non è possibile accettare una riforma che indebolisce il porto delle Marche spostando altrove la governance ed i centri decisionali. Oltretutto l'unione tra Ancona e Ravenna sembra essere l'unica tra tutti gli accorpamenti, che unifica porti di regioni diverse, in questo caso Marche ed Emilia Romagna, con specificità e mercati di riferimento del tutto diversi". ''L'Autorità portuale di Ancona - prosegue - è un'importante istituzione necessaria e funzionale al territorio ed alla sua più importante e strategica infrastruttura in ottica di sviluppo e maggiore competitività. Il porto rappresenta uno snodo intermodale a servizio di un consistente flusso di traffici internazionali di merci (oltre 8 milioni di tonnellate all'anno) e di passeggeri (più di un milione all'anno, oltre il traffico crocieristico)''. ''Tale rilevanza è ancora più evidente a seguito del riconoscimento della Macro Regione Adriatico Ionica, in cui Ancona ed il suo porto, anche per la naturale posizione baricentrica, aspirano a svolgere un ruolo da protagonista in termini di collegamento marittimo con gli altri Paesi dell'area, essendo il principale collegamento italiano con i porti della Croazia e della Grecia''.
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