"Ci sono evidenti falle organizzative nella vigilanza che dovranno essere verificate pur nella consapevolezza dell'impegno profuso da tutti coloro che lavorano all'istituto Beccaria". Così Antonio Sangermano, responsabile del Dipartimento Giustizia Minorile, ha commentato l'evasione dei tre minorenni dal carcere milanese dove ieri si è recato per l'insediamento del nuovo comandante, il commissario Raffaele Cristofaro.
Al Beccaria, da mesi nell'occhio del ciclone, al momento i ragazzi detenuti sono 54, di cui 17 italiani e gli altri stranieri non accompagnati (l'85%) su una capienza di 37 posti.
Un sovraffollamento reso ancor più pesante dalle devastazioni e dagli incendi nelle e delle celle registrati nelle ultime due rivolte. Una situazione 'incandescente' a cui si sta cercando di trovare una soluzione. Infatti al nuovo comandante sono stati affiancati non solo una squadra di 7 persone che hanno lavorato con lui in passato, ma anche Teresa Mazzotta, a capo dell'Uiepe di Milano e per moti anni vice direttrice di San Vittore e Manuela Federico, già comandante sempre a San Vittore, che forniranno il loro supporto.
Ma la questione degli istituti di pena minorile, più o meno simile a quella che si sta registrando al Beccaria, riguarda tutta Italia: complessivamente il 50% sono minorenni stranieri non accompagnati, spesso con disturbi comportamentali e da dipendenza da droghe, finiti in un giro di spaccio e che non di rado, spiega Sangermano in base ai dati statistici, vanno "contenuti con fermezza e umanità e nel quadro di un approccio trattamentale".
Per questo oltre all'assunzione di 850 tra assistenti sociali e funzionari pedagogici, a cui si aggiunge il reclutamento, grazie agli stanziamenti della Cassa delle Ammende, di figure iperspecialistiche come "etno-psichiatri e etno-psicologi", sono stati impiegati 3 milioni di euro per il rafforzamento di percorsi che puntano al recupero e inserimento degli under18.
Inoltre, aggiunge il magistrato sottolineando che "il Governo, con il ministro Nordio e il sottosegretario Ostellari, sta facendo tutto il possibile per risolvere le criticità del comparto detentivo", ci sono in programma corsi decentrati, con due dipendenti in forze al Dipartimento Giustizia Minorile "che andranno negli istituti per spiegare le tecniche di de escalation e interposizione contenitiva".
"Non esiste che un paese si fondi sui soli diritti, ma si deve anche contare sull'adempimento dei doveri - osserva Sangermano -. Questo vale per tutti, anche per i detenuti minorenni, il cui primo dovere è non usare violenza. Le responsabilità individuali - prosegue - non possono essere diluite nell'indistinto sociale, ossia diventare astratte cause sociologiche, ma è necessario mantenere un principio di responsabilità individuale".
Secondo il capo del dipartimento affinché "non sia una mera petizione di principio ideologica e astratta, l'accoglienza va coniugata con la legalità e con concreti percorsi di integrazione".
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