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L'omicidio di Giulia Tramontano, Impagnatiello: chiedo scusa della mia disumanità

L'omicidio di Giulia Tramontano, Impagnatiello: chiedo scusa della mia disumanità

La sorella di Giulia all'ex barman, 'le scuse una presa in giro'. I pm depositano anche un'audio della vittima: 'Voglio rifarmi una vita'

MILANO, 19 gennaio 2024, 12:05

Redazione ANSA

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Da sinistra: la mamma di Giulia, la sorella, Impagnatiello, Giulia Tramontano e il fratello - RIPRODUZIONE RISERVATA

Da sinistra: la mamma di Giulia, la sorella, Impagnatiello, Giulia Tramontano e il fratello -     RIPRODUZIONE RISERVATA
Da sinistra: la mamma di Giulia, la sorella, Impagnatiello, Giulia Tramontano e il fratello - RIPRODUZIONE RISERVATA

E' iniziata la prima udienza nell'aula della Corte d'Assise di Milano a carico di Alessandro Impagnatiello, l'ex barman 30enne accusato di omicidio volontario aggravato, anche dalla premeditazione, per aver ucciso con 37 coltellate la fidanzata Giulia Tramontano, di 29 anni, incinta al settimo mese, nella loro abitazione a Senago, nel Milanese, il 27 maggio scorso.

I famigliari di Giulia Tramontano auspicano che la "condotta sia sanzionata come merita". Lo ha spiegato il legale di parte civile Giovanni Cacciapuoti prima dell'inizio dell'udienza. La famiglia di Giulia chiede che venga condannato all'ergastolo.
 
 "Sto chiedendo unicamente a tante persone scusa ma non sarà mai abbastanza". Alessandro Impagnatiello lo ha detto nelle dichiarazioni in aula dove è imputato per l'omicidio della fidanzata incinta Giulia Tramontano. "Sono stato preso da qualcosa che risulterà sempre inspiegabile e da disumanità - ha aggiunto - Ero sconvolto e perso. Quel giorno ho distrutto il bambino che ero pronto ad accogliere. Quel giorno anche io me ne sono andato, sono qui a parlare ma non vivo più. Non chiedo che queste scuse vengano accettate, perché sto sentendo ogni giorno cosa vuol dire perdere un figlio e molto di più, non posso chiedere perdono".

Video Omicidio Tramontano, l'arrivo di Alessandro Impagnatiello in aula a Milano

Impagnatiello detenuto a San Vittore, è arrivato accompagnato dagli agenti della Polizia penitenziaria.  Sguardo basso, testa china, barba e baffi: il 30enne indossa un giaccone scuro, jeans e scarpe da ginnastica. Si è seduto sulla panca nella gabbia dell'aula della prima Corte di Assise. In aula, stracolma di cronisti e curiosi, è arrivata la sorella di Giulia, Chiara.

Coi cronisti, prima di entrare nell'aula, ha parlato anche l'avvocato ed ex pm Antonio Ingroia, che rappresenta il Comune di Senago, il quale chiede di essere parte civile. "E' una scelta importante e coraggiosa quella del Comune - ha detto Ingroia - i cittadini di Senago sanno da che parte stare, si vuole incoraggiare tutti i Comuni di Italia a dimostrare che si sta dalla parte giusta". È evidente, ha aggiunto l'ex pm siciliano, la "premeditazione lucida e spietata, è un esempio di brutalità". Come per le condotte mafiose, ha proseguito, "c'e stata da parte sua la precostituzione di impunità". E infine: "Non credo che ci siano tracce o indizi su un vizio di mente, c'è stata lucidità nell'intento criminale 

Giulia Tramontano in un audio ad amica, 'mi rifarò una vita'

C'è anche un audio, un vocale inviato via WhatsApp da Giulia Tramontano a un'amica, nella quale la 29enne incinta, poco prima di essere uccisa, diceva di volersi rifare una vita da sola col suo bambino, tra gli elementi depositati dalla Procura di Milano nel processo a carico di Alessandro Impagnatiello, che è iniziato oggi.

"Ora basta, voglio rifarmi una vita da sola col mio bambino", diceva, in sostanza, Giulia all'amica, dopo aver incontrato quel pomeriggio del 27 maggio la 23enne italo-inglese, con cui il fidanzato aveva una relazione parallela, e poco prima di rientrare a casa a Senago, dove il 30enne barman poi l'ha uccisa con 37 coltellate. Agli atti del processo l'aggiunto Letizia Mannella e il pm Alessia Menegazzo hanno depositato anche un video della festa di "baby shower", per festeggiare la futura nascita del piccolo, dello scorso marzo alla quale aveva partecipato tranquillamente anche Impagnatiello, che già da mesi stava avvelenando Giulia facendole ingerire a sua insaputa veleno per topi ed ammoniaca nelle bevande. L'ennesima messa in scena, secondo gli inquirenti, la partecipazione di Impagnatiello a quella festa. In più, tra i vari elementi pure una telefonata intercettata il primo giugno, dopo l'arresto del 30enne, in cui suo fratello parlando con un amico diceva, in sostanza, a proposito del fatto che il barman aveva riferito agli investigatori di non avere un box (dove, invece, tenne nascosto il corpo): "Pensavo che mentisse perché là dentro aveva della droga".

La sorella di Giulia all'ex barman, 'le scuse una presa in giro'

"Puoi chiedere scusa se per errore hai urtato lo specchietto della mia auto. Non puoi chiedere scusa se hai avvelenato mia sorella e mio nipote, prendendoci in giro e deridendone la sua figura". Così Chiara Tramontano, sorella di Giulia, in una storia Instagram pubblicata dopo la prima udienza del processo a carico di Alessandro Impagnatiello durante la quale lui ha chiesto scusa rendendo dichiarazioni spontanee.

"Non hai diritto a pronunciare, invocare o pensare a Giulia e Thiago. Dopo averli uccisi barbaramente - prosegue Chiara - meriti di svegliarti ogni giorno in galera ripensando a ciò che hai fatto e provando ribrezzo per te stesso". La sorella della vittima ha pubblicato la storia su Instagram, poi condivisa anche dal fratello Mario, rivolgendosi direttamente ad Alessandro Impagnatiello.

++ Sorella Giulia a Impagnatiello, 'scuse una presa in giro' ++

 

Impagnatiello piange in aula in udienza per l'omicidio di Giulia

Per alcuni istanti, Alessandro Impagnatiello, seduto dentro la gabbia per l'udienza del processo milanese a suo carico sull'omicidio della fidanzata Giulia Tramontano, ha pianto. Sul volto erano visibili le lacrime.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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