"Oggi, con la nuova normativa che
accelera i tempi dei pignoramenti direttamente sui conti
correnti, ci troviamo di fronte a una combinazione devastante"
per imprenditori e professionisti. Lo afferma Carlo Carmine,
founder di Cfi (Crisi fiscale d'impresa) di Milano, commentando
quanto previsto nella bozza della manovra.
"L'accesso diretto ai conti correnti da parte dell'Agenzia
delle Entrate Riscossione - spiega Carlo Carmine - è la
ciliegina sulla torta di un sistema che sembra aver dimenticato
i diritti dei contribuenti. Si rischia di vedere azioni
esecutive su debiti che potrebbero essere prescritti o affetti
da vizi, senza che il contribuente abbia avuto la possibilità di
difendersi in anticipo".
Come spiega l'avvocato Simone Forte, co-founder di Cfi,"prima
dell'introduzione della non impugnabilità degli estratti di
ruolo, il contribuente aveva la possibilità di verificare la
propria situazione debitoria e di identificare eventuali errori
prima di subire azioni esecutive. Ora, invece, il contribuente è
esposto prima alle azioni esecutive e solo successivamente può
tentare di difendersi".
Secondo Cfi, "la sentenza n.190 del 2023 della Corte
Costituzionale, depositata il 17 ottobre, ha messo in evidenza
le criticità di queste normative, sottolineando come esse
possano ledere i diritti di difesa dei contribuenti".
"La retroattività della norma sulla non impugnabilità
dell'estratto di ruolo è un colpo basso per chi aveva già
iniziato a difendersi", conclude Carlo Carmine, secondo cui "è
inutile parlare di un Fisco amico dei contribuenti se poi le
leggi create vanno in direzione diametralmente opposta".
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