(di Beatrice Campani)
La moda come strumento per
difendere i diritti umani, le donne, le istituzioni. I due
giovani stilisti fondatori del marchio Act N.1, Galib Gassanoff
e Luca Lin, in passerella oggi a Milano, non perdono l'occasione
di lanciare un messaggio forte, rassicurati anche del supporto
dello stilista Pierpaolo Piccioli, direttore creativo di
Valentino, che proprio pochi giorni fa aveva condiviso il suo
punto di vista da "uomo di sinistra" sul suo profilo Instagram.
Piccioli infatti è seduto in prima fila allo show del
marchio, trasmesso in diretta Instagram sul profilo di Valentino
come progetto a supporto dei giovani talenti. "Vogliamo
raccontare un messaggio per difendere le donne, le istituzioni e
i diritti. E' stata la nostra missione fin dall'inizio e
sappiamo di arrivare a un pubblico abbastanza ampio", dice il
duo creativo dal backstage. "In questi giorni è importante che
la moda, tramite i vestiti, racconti i valori in cui crede.
Abbiamo bisogno di combattere", gli fa eco Piccioli, accanto a
loro in backstage. Ma oltre ai vestiti, è il casting a
raccontare questa moda inclusiva: la giovane donna con l'hijab,
l'uomo che ama indossare a pelle il corsetto trasparente, il
ragazzo con l'arto artificiale, modelle curvy. Sfila ogni etnia,
forma, età. "Questo è un progetto che mi sta a cuore - continua
Piccioli - Propongono gli stessi valori in cui crediamo noi come
brand, ma da un'altra prospettiva, siamo diversi come
esecuzione".
Se ogni collezione del brand vuole dare voce a chi non vede
rispettati i suoi diritti, stavolta il tema è rappresentato da
elementi dell'Opera Tradizionale Cinese: le tasche militari
ricordano uniformi da combattenti, corsetti, balze in tulle con
volumi, texture e strutture danno l'idea di uno scudo. Le
maschere coloratissime ricordano il concetto di 'autodifesa',
mentre alcuni look sono stati sviluppati con gli orologi Casio
Vintage, per dare l'idea di una armatura di metallo. Ricami su
abiti e top in tulle, applicati su una giacca di lana,
assomigliano a una protezione, come un'armatura contro la
società.
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