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Morì dopo dimissioni ospedale, probabile scudo penale per medici

Morì dopo dimissioni ospedale, probabile scudo penale per medici

Vicenda risale al 2021

GENOVA, 21 ottobre 2024, 18:00

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Potrebbe essere applicato lo scudo penale ai medici accusati della morte di Daniele D'Amato, 48 anni, zio della campionessa olimpica Alice. L'uomo era finito in ospedale ed era stato dimesso per tre volte con la diagnosi di lombosciatalgia quando in realtà aveva una dissezione aortica.
    Il giudice per l'udienza preliminare Angela Nutini ha disposto una perizia per capire, oltre al nesso causale e all'eventuale colpa, se possa essere applicata la misura inserita nel decreto milleproroghe che prevede l'estensione dello scudo penale, previsto per l'emergenza Covid per il personale medico in situazioni di carenza di personale sanitario o in particolari contesti lavorativi come quelli del pronto soccorso. A eseguire la perizia sarà il medico legale Davide Bedocchi. Per quella morte, il pubblico ministero Francesca Rombolà ha chiesto il rinvio a giudizio per due medici rispettivamente dell'ospedale di Novi Ligure e del San Martino di Genova (difesi dagli avvocati Gianluca Franchi, Salvatore Leggio, Antonio Rubino e Giuseppe Caccamo). La vicenda risale al 2021. D'Amato, secondo quanto denunciato dai familiari assistiti dall'avvocato Alberto La Camera, si è presentato il 23 maggio in ospedale con forti dolori e la pressione molto alta. Qui viene visitato da un medico a gettone che non riesce nemmeno ad accedere al sistema informatico visto che non è dipendente. D'Amato firma per le dimissioni e va via alle 7 del mattino. Un paio di ore dopo è tornato nello stesso ospedale, con l'elicottero, lamentando dolore lombare dopo sforzo nella giornata precedente in ernia discale. Al secondo accesso, scrive il pm nella sua richiesta di rinvio a giudizio, il dottore ha omesso "di completare la raccolta anamnestica e l'esame obiettivo del paziente non eseguiti esaustivamente al precedente accesso" e invece di trattenerlo lo dimette. Alla terza volta viene trasportato all'ospedale San Martino dove poi morirà giorni dopo.
   

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