"Pretendiamo che la legge sia
uguale per tutti, come spiega la Costituzione, e che lo Stato se
ne ricordi. Invece vanno in scena continui attacchi ai mezzi per
condurre le indagini e accertare la verità, in particolare
contro le intercettazioni. Basta osservare la nostra vicenda per
capire quanto siano importanti per avere giustizia, insieme ad
altri strumenti legislativi che non devono essere depotenziati".
Lo ha detto in un'intervista al Secolo XIX Egle Possetti
portavoce del Comitato ricordo vittime del Ponte Morandi dei cui
mercoledì si celebra il sesto anniversario.
Possetti dice di aver l'impressione "che sia in corso una
vera e propria guerra contro mezzi fondamentali per scoprire i
crimini, in primis i gravi reati determinati da omissioni e
grandi interessi economici. Siamo spaventati dall'idea che certe
indagini possano perdere di efficacia. E vorrei che gli
accertamenti sul disastro di sei anni fa, sfociati in un
dibattimento importantissimo, rappresentassero un monito. La
facoltà di condurre approfondimenti da parte della magistratura
deve rimanere solida - conclude -: è chiaro che non vanno
violati privacy e dati personali, ma sinceramente non mi pare
che accada da molto tempo, quando di mezzo ci sono reati
compiuti dai cosiddetti colletti bianchi".
Egle Possetti interviene anche sull'arresto e le dimissioni
dell'ex Governatore Giovanni Toti: "è vero che Toti era il
commissario all'emergenza, ma noi abbiamo avuto rapporti sempre
con Marco Bucci, sindaco e poi delegato alla ricostruzione. Come
cittadina sento comunque di poter esprimere una considerazione:
quando emergono episodi così gravi, confermati da più giudici.
Il mio primo pensiero è che le decisioni delle toghe non possono
essere state prese a cuor leggero - ha concluso -. Un po' mi
sconcertano i continui attacchi ai magistrati. E su altri
aspetti resto basita".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA