La preoccupazione è scontata,
soprattutto per i danni di immagine al porto di Genova che
inevitabilmente l'inchiesta per corruzione avviata dalla procura
di Genova porta con sé. Ma "lo scalo sta lavorando e continua a
portare traffici" e le opere non si devono fermare. Beppe Costa,
presidente dei terminalisti associati a Confindustria Genova,
Giampaolo Botta direttore generale di Spediporto, l'associazione
degli spedizionieri genovesi e Gian Enzo Duci, vicepresidente di
Conftrasporto, l'associazione nazionale delle imprese di
trasporto che fa capo a Confcommercio, su questo punto sono
tutti d'accordo e lo hanno spiegato a margine del seminario
sulla portualità. "Il tema è che c'è una comunità portuale che
deve continuare a lavorare e sta continuando a portare avanti
traffici e anche la stessa immagine di Genova - sottolinea Duci
-. Quindi in questo momento dobbiamo essere coesi come comunità,
difendere le opere che ci sono, che non sono fatte per
l'interesse di uno o solo di un qualche operatore, ma sono
nell'interesse complessivo della comunità. Quindi che la
magistratura faccia il suo corso, però è indiscutibile che
dobbiamo difendere le opere, completarle, intervenire ad
aggiustarle laddove è necessario, e continuare a far crescere lo
scalo". Insiste anche Beppe Costa. "Come terminalisti e come
riparatori navali genovesi sosteniamo che l'Autorità di sistema
portuale ha i suoi funzionari che operano e continueranno a
operare bene. La macchina funziona". Le concessioni sotto la
lente dell'inchiesta? "Se è stato fatto bene o male aspetto che
qualcuno lo decida" si limita a commentare Costa. La nuova diga
va costruita aggiunge spiegando "Come terminalisti e riparatori
navali siamo per realizzarla in un'unica fase e con un
progetto che permetta anche l'utilizzo della prima parte della
vecchia diga, quindi non due imboccature ma una sola, per
guadagnare spazio a mare per allontanare dalla città lavorazioni
che possono essere effettuate più distanti". Preoccupazione? "E'
normale che ci sia in un contesto così complesso, ma noi
dobbiamo tornare a pensare a Genova, al futuro che non è solo di
questa città, ma dell'intero Nord Ovest perché non dimentichiamo
che il porto è la prima industria del Nord Ovest del nostro
Paese" aggiunge Botta.
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