"Da un lato nostri chirurghi
imparano a operare senza far correre rischi e dall'altro il
paziente potrà essere operato da medici esperti, che si sono
potuti addestrare al meglio". Marco Frascio, professore
associato di UniGe e responsabile scientifico riassume così i
risultati di 'Elvis', un progetto nato grazie a un partenariato
tra mondo accademico, Iit e impresa per la produzione di un
simulatore multimodale di chirurgia laparoscopica a elevata
tecnologia e basso costo. Un progetto che è arrivato alle fasi
conclusive, presentate nel corso di un incontro che si è tenuto
a Genova.
"Noi ci occupiamo prevalentemente di didattica e formazione
per i chirurghi - spiega Frascio - e in quest'ottica una delle
cose più rilevanti è la simulazione che permette di ridurre
incidenti e complicanze nella chirurgia laparoscopica o
robotica. Il giovane chirurgo, infatti, grazie a questi
simulatori può addestrarsi su una macchina per ottenere una
migliore consapevolezza senza rischi. La macchina, che è stata
realizzata da Università e da aziende che operano nel settore
informatico, sarà posizionata nel centro di simulazione di
Università di Genova". Il progetto ha un valore di un milione di
euro ed è stato finanziato da Filse. Una volta superata la fase
del prototipo potrà essere reso disponibile. "Il nostro scopo è
quello di poter presentare il prodotto sul mercato - spiega
Mario Camia, titolare Gruppo Emac, capofila del partenariato -
anche perché il nostro obiettivo iniziale era quello di
progettare un simulatore a un prezzo di mercato accessibile. Per
adesso abbiamo messo a punto un prototipo e speriamo di poter
superare le varie fasi prima che possa entrare in produzione".
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