Daniele Bedini è soggetto che
"disprezza la vita altrui e la può togliere per futili motivi",
contro di lui c'è "un quadro indiziario granitico, in cui gli
indizi non possono essere solo sfortunate coincidenze". Lo
scrive il gip Fabrizio Garofalo nell'ordinanza con cui non ha
confermato l'arresto del falegname 32enne di Carrara, indagato
per gli omicidi di una prostituta e di un transessuale a
Marinella di Sarzana (La Spezia) per un vizio procedurale, ma ha
disposto che resti in carcere "perché può fuggire e per i suoi
precedenti per rapina e droga".
Tra gli indizi a carico di Bedini anche la testimonianza di
un suo amico riportata negli atti del giudice. "E' arrivato da
me in piena notte, aveva la camicia sporca di sangue, piangeva e
aveva i documenti di una donna". Bedini fa capire all'amico di
aver fatto qualcosa di grave. E quando l'amico gli chiede perché
il cassone del suo pick up perdesse acqua l'artigiano risponde
"ho dovuto lavarlo".. Indizi, sottolinea il gip, che non possono
essere solo coincidenze: il sangue sui vestiti, le telecamere
che riprendono un pick up bianco con uno stop rotto, proprio
come il suo, nel luogo dell'omicidio di Nevila Pietri, la
prostituta albanese di 35 anni che viveva a Massa (Massa
Carrara), le immagini delle telecamere dell' abitazione di
Bedini che lo riprendono mentre alle 6 del mattino si spoglia in
auto e rientra in casa dal balcone, "lo fa - scrive il giudice -
perché ha molto da nascondere".
Poi c'è il secondo delitto, quello di Camilla la transessuale
Carlo Bortolotti, 43 anni, parrucchiera di Albiano Magra (Massa
Carrara). Sulla sua auto, una Ford Fiesta, è stata ritrovata una
impronta numero 43 di una scarpa dello stesso modello che ha
Bedini.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA