"Non commentiamo le sentenze,
aspettiamo di leggere le motivazioni e decideremo se fare
ricorso in Cassazione. Di certo le studieremo attentamente anche
comparandole con decisioni per fatti analoghi passate in
giudicato che dicono cose completamente diverse". E' quanto ha
detto il procuratore capo facente funzioni Francesco Cozzi dopo
la conferma dell'assoluzione in secondo grado per dieci presunti
boss della 'Ndragheta in Liguria.
Il sostituto procuratore Alberto Lari aveva chiesto pene
pesanti sia in primo che in secondo grado: dodici anni per
Onofrio Garcea, dieci anni e otto mesi per Benito Pepe, otto
anni per i fratelli Fortunato e Francesco Barilaro, Michele
Ciricosta e Antonio Romeo, nove anni per Rocco Bruzzaniti, sei
per Lorenzo Nucera, Antonino Multari e Raffaele Battista (difesi
dagli avvocati Pietro Bogliolo, Paolo Bonanni, Alessandro
Lanata, Marco Bosio, Maria Brucale, Mario Iavicoli ed Emanuele
Lamberti).
Ad aspettare la sentenza c'erano anche i ragazzi di Libera e
gli esponenti della Casa della legalità. "Ci saremmo attesi di
commentare una notizia diversa, che confermasse il lavoro
investigativo ventennale della magistratura ligure e delle forze
inquirenti, che hanno assicurato alla giustizia i capi del
presunto sodalizio ligure (di cui paradossalmente è ancora in
discussione l'esistenza) e hanno fatto luce sulle criticità
fortissime del Ponente Ligure. Rispettiamo tuttavia le
valutazioni dei giudici, che certamente segnalano la necessità
di uno sforzo di approfondimento e lettura della realtà ancora
più acceso e penetrante", hanno detto i sostenitori di Libera.
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