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Rocca, 'noi al lavoro per rinascita sanità'

Rocca, 'noi al lavoro per rinascita sanità'

L'ex assessore D'Amato, 'grave anomalia Asl commissariate'

ROMA, 09 luglio 2024, 19:18

Redazione ANSA

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"Leggo con stupore la nota inviata alle agenzie di stampa da alcune sigle sindacali dove si evoca addirittura un totale disinteresse della Regione per la sanità pubblica. Ragionamenti contraddittori visto che, proprio nel testo, le stesse sigle rimarcano un dialogo avviato sin dall'inizio del mio mandato. Peraltro, ho ricevuto le stesse proprio pochi giorni fa. Val la pena ricordare, e ci tengo a chiarire punto per punto la questione, che questa Giunta in un solo anno di lavoro ha dimostrato con i fatti, e non con le chiacchiere, la considerazione e l'interesse nei riguardi del personale sanitario delle strutture pubbliche del Lazio". Lo ha dichiarato il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca in riferimento a quanto detto dai sindacati dei medici.
    "Partiamo dalle 14 mila nuove assunzioni, - spiega Rocca- per cui dai 49 mila dipendenti siamo passati ad un organico di circa 63 mila operatori sanitari. Cosa che non si vedeva da vent'anni a questa parte. Abbiamo stabilizzato 1700 operatori precari del Ssr e prorogato i contratti degli altri, affinché possano maturare i requisiti per l'assunzione a tempo indeterminato.
    Stiamo affrontando e risolvendo questioni letteralmente "sepolte" da anni: dai fondi INAIL per l'infortunistica per pagare i medici che emettono i certificati di infortunio (un problema che si trascinava dal 2019), fino alla certificazione dei fondi contrattuali (cosa che non veniva fatta dal 2021)".
    "Abbiamo avviato - ha continuato il presidente della Regione- una scrupolosa operazione di pulizia e di riordino dei bilanci 2022 di Asl e aziende ospedaliere anche alla luce della nota inchiesta della Corte dei Conti e della Procura e stiamo terminando proprio in questi giorni la chiusura dei bilanci 2023 - ha aggiunto - . Abbiamo stanziato ulteriori risorse per premiare l'operosità dei medici dei reparti di emergenza, consapevoli dei loro grandi sacrifici. Cosa che non mi sembra sia stata fatta dalla precedente amministrazione. Rispetto alla questione dei commissariamenti delle aziende sanitarie, gli stessi si sono resi necessari nelle more della predisposizione del nuovo Albo dei direttori generali il cui iter istruttorio verrà avviato domani in Giunta. Infine, ci tengo a sottolineare che, chi è fautore della condizione indegna che ci siamo trovati dinanzi al nostro insediamento, farebbe meglio a tacere: Alessio D'Amato, l'uomo del disastro dei conti della sanità laziale che ha reso necessario l'intervento della Procura della Repubblica e della Corte dei conti, colui che ha permesso ai privati accreditati di fare e disfare a loro piacimento, senza controllo alcuno. L'uomo che ci ha portato ad attese nei pronto soccorso indegne di un paese civile. Voglio rassicurare tutti i lavoratori e le sigle sindacali, con le quali a breve ci sarà un incontro per affrontare insieme ogni aspetto, sul fatto che la Regione sta lavorando per una vera e propria rinascita della sanità pubblica", ha concluso il governatore. 
   D'Amato, dal canto suo, ha replicato: "L'allarme lanciato oggi dalle principali sigle sindacali mediche è reale e raccoglie il forte disagio degli operatori sanitari. La narrazione finora fatta da Rocca dello scaricabarile si è sciolta come neve al sole. A distanza di ormai diciassette mesi dall'insediamento del Presidente Rocca, il Sistema Sanitario Regionale è di fatto completamente commissariato, tutto ciò senza alcuna motivazione legittima, se non quella di un controllo politico sulle autonomie aziendali. La legge nazionale prevede che il commissariamento possa durare al massimo novanta giorni e solamente per cause straordinarie, e tutto questo non trova riscontro nelle motivazioni adottate per i commissariamenti.
Tutte le ASL sono commissariate da oltre un anno, nel più totale sprezzo delle regole generali, a grave discapito del servizio e della qualità dell'assistenza fornita ai cittadini, con un'erogazione dei livelli essenziali di assistenza in forte calo".

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