Dal 1994 a oggi: Roma Pride spegne
trenta candeline. Dai diritti Lgbtqia+ alla libertà, una
manifestazione che è "la somma di diverse lotte". Alle 15 di
domani partirà la tradizionale parata che percorrerà le vie
della Capitale, da piazza della Repubblica a via delle Terme di
Caracalla, con un tragitto diverso rispetto a quello degli anni
passati e un po' più lungo. "Mettetevi le scarpe comode" è,
infatti, il consiglio degli organizzatori. Saranno 40 i carri
che sfileranno: dalle associazioni alle ambasciate. Madrina
dell'evento è Annalisa con la sua "Sinceramente", inno della
manifestazione. "Emozionatissima" nel cantarlo domani, la regina
del pop italiano racconta di avvertire l'esigenza, da
cantautrice, di parlare del tema della libertà. La giornata di
festa si concluderà poi con il party Rock me Pride,
all'ippodromo di Capannelle. Parteciperanno, tra gli altri,
Annalisa, Big Mama e la vincitrice dell'ultima edizione di
Amici, Sarah.
All'evento, "mi aspetto un numero record di partecipanti",
dice durante la conferenza stampa alla vigilia della parata, il
portavoce di Roma Pride, Mario Colamarino. "Siamo andati avanti
per la nostra strada consapevoli di aver bisogno di tutto
l'aiuto e il sostegno possibile in questa lotta per i diritti e
che non siamo soli", aggiunge. Colamarino, a qualche giorno dal
risultato delle Europee, esprime anche la sua preoccupazione per
"le destre che avanzano" e sottolinea come il Pride, ed eventi
come questo, siano "un esercizio di resistenza, un modo di fare
opposizione a questo governo". Per il portavoce si respira,
quindi, "un'aria pesante già da qualche anno anche in Italia sui
diritti Lgbt, sulla libertà di informazione, sul diritto alla
protesta". Uno dei carri, infatti, proprio quello del Circolo
Mario Mieli, l'associazione Lgbtqia+ che organizza il Pride sin
dalle origini, avrà il claim "Mai zitt3. Non ci silenzierete
mai" e per la prima volta non sarà dedicato a una rivendicazione
strettamente della comunità, ma ad artisti, giornalisti e
conduttori tv che si sono schierati "permettendo che le istanze
del movimento Lgbtqia+ non venissero silenziate". Sul carro
spiccheranno, quindi, le sagome di Luciana Littizzetto, Fabio
Fazio, Serena Bortone, Antonio Scurati, Lilli Gruber, Roberto
Saviano, Sigfrido Ranucci e Corrado Formigli. È la risposta alla
campagna di Atreju, la kermesse dei giovani di Fratelli
d'Italia, "che ha messo alla berlina giornalisti e conduttori tv
non graditi al governo. Noi abbiamo ribaltato questa campagna",
spiega Colamarino.
Assente a questa trentesima edizione sarà la comunità
Lgbtqia+ ebraica. "Mi dispiace molto abbiano paura di
partecipare a un Pride. È una sconfitta per tutti quando
succedono cose di questo tipo", commenta il portavoce
dell'evento.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA