La crisi del turismo messo in
ginocchio dal Covid, i 350 hotel già chiusi in città e gli 8mila
posti di lavoro a rischio. A due anni dall'inizio della
pandemia, Roma lancia un vero e proprio allarme economico e
occupazionale e chiede aiuto al governo Draghi. L'assessore
competente, Alessandro Onorato, parla di "emergenza" e chiede
"subito un consiglio comunale straordinario con i ministri del
turismo e del lavoro, Garavaglia e Orlando" perché "Roma da sola
non ce la può fare". E nel Campidoglio guidato da Roberto
Gualtieri non è il solo ad esporsi: al grido d'allarme presto si
uniscono la titolare del Lavoro, Claudia Pratelli e la
presidente dell'Aula Svetlana Celli che annuncia la volotà di
convocare al più presto l'Assemblea a tema. Per Onorato "il
Comune non può far fronte" da solo "a una crisi di tale portata.
In gioco ci sono aziende che hanno fatto la storia della
Capitale d'Italia e il destino di migliaia di famiglie". La
pandemia ha messo in ginocchio le aziende del turismo e dei
servizi collegati in tutto il mondo ma a soffrire di più sono
state le grandi città d'arte. "Roma è quella che paga il prezzo
più alto - rimarca l'assessore -. Il conto è ancora più salato
se consideriamo le guide turistiche, i tour operator, le aziende
dei grandi eventi, la ristorazione, i servizi al turismo, i
taxi, gli Ncc, le aziende di pulizie, lavanderia e manutenzione.
L'elenco delle aziende sull'orlo della chiusura è
drammaticamente lungo. Il tessuto economico romano rischia di
non superare la pandemia.C'è bisogno di un intervento
straordinario del governo Draghi". La collega Pratelli cita le
stime dall'ente bilaterale Turismo per i prossimi mesi e
sottolinea il rischio di 8000 licenziamenti "a fronte della
pesante crisi in atto. Alcuni tra i più grandi alberghi hanno
aperto procedure di licenziamento collettivo e decine di altri
di medie e piccole dimensioni si stanno già muovendo nella
stessa direzione".
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