"Dai, se hai coraggio, colpiscimi".
Benno, l'amico, insospettabile traditore, sfida il principe
Siegfried. E lui, accecato dall'odio, imbraccia la balestra. Un
attimo e l'esito è fatale, mentre Odette, colpita al cuore, cade
a terra. È il dramma della gelosia, del tradimento, del senso di
rivalsa, quello che Benjamin Pech torna a mettere in scena con
il suo Lago dei cigni, che dal 31/12 all'8/1 inaugurerà la
stagione di balletto 2019-2010 del Teatro dell'Opera di Roma. Un
grande classico di repertorio, che nella versione del coreografo
francese lo scorso anno ha registrato i massimi incassi della
storia del balletto in scena al Costanzi. "Sono rimasto in gran
fedele al libretto immaginato da Petipa", racconta lui, già
etoile dell'Opera di Parigi, oggi primo maître e assistente alla
Direzione del Ballo del Teatro dell'Opera di Roma, mentre in
sala, tutù rosa, a trasformarsi in cigno oggi è l'étoile Rebecca
Bianchi. Ma nel corso delle repliche sul palcoscenico ci saranno
anche i primi ballerini Susanna Salvi, Claudio Cocino e Alessio
Rezza, i solisti Giacomo Castellana e Michele Satriano, oltre a
ospiti internazionali come Polina Semionova, Amandine Albisson e
Daniel Camargo, con il corpo di ballo dell'Opera di Roma diretto
da Eleonora Abbagnato. "Il ricavato della recita pomeridiana del
2 gennaio - fa sapere il sovrintrendente Carlo Fuortes - sarà
devoluto al Teatro La Fenice".
Pur rimanendo fedele all'originale, Pech ha rielaborato la
drammaturgia del libretto in una 'sua' versione. "Mi sono
ispirato all'Otello di Shakespeare e al tradimento di Iago -
dice - La versione in cui il cigno torna principessa non mi ha
mai convinto. È lo stesso Čajkovskij che ci dice che finirà
male". Così Benno, geloso e avido di potere, manipola il
Principe Siegfried, rivelando solo alla fine del terzo atto la
sua vera natura. A pagarne le conseguenze, Odette, uccisa per
fatale errore.
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