Su una popolazione di 50 milioni,
dieci milioni sono andati via come sfollati interni oppure nei
paesi accanto: si parla molto poco della situazione in Sudan, ma
essa è particolarmente drammatica, e il numeri della crisi
umanitaria, delle vittime, delle persone coinvolte in
sfollamenti, che hanno lasciato le loro case, è di gran lunga
superiore rispetto alle guerre in Ucraina e a Gaza". A lanciare
l'allarme è Irene Panozzo, già political advisor, EU Special
Representative Horn of Africa, preoccupata della catastrofe
umanitaria e delle conseguenze geopolitiche del conflitto, in
corso da un anno.
Panozzo è intervenuta al convegno "L'Europa, la Guerra e la
Pace. Prospettive e ruolo dell'Europa nel disordine globale"
organizzato dal Dip. Scienze Politiche e Sociali Università di
Trieste, con la Società Italiana di Scienza della Politica -
SISP.
"La comunità internazionale in un anno di guerra ha fatto
molta fatica a portare attorno a un tavolo i due principali
contendenti - ha indicato Panozzo - C'è un ruolo per l'Ue, per i
Paesi del Golfo che si affacciano sul Mar Rosso ma è un
conflitto di cui si parla poco, non solo per questioni
umanitarie ma anche per la geopolitica, per la vicinanza con le
crisi del mar Rosso e mediorientale, con il Sahel e con il
Mediterraneo". Il rischio, per Panozzo, è che "il paese, il
terzo più grande dell' Africa, possa implodere e dare così
spazio a qualsiasi tipo di attività illegale, dai traffici
illegali al terrorismo". Ponte tra l'Egitto e l'Africa più
centrale, e tra il Sahel e il mar Rosso, il Sudan e la sua
situazione "preoccupa molto l'Arabia Saudita che si trova
proprio di fronte, sulle sponde del mar Rosso", ha concluso
Panozzo.
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