"I ricercatori vanno all'estero
perché il problema è che Italia non è un Paese accogliente su
questo fronte, intanto perché i fondi vengono dati in modo
saltuario, quindi le persone vanno in luoghi dove possono
svolgere bene la loro ricerca. E poi il numero di posti
permanenti che ci sono in Italia sono scarsi, e le persone ci
arrivano a un'età relativamente avanzata. Per esempio in Francia
la regola è che abbiano un posto permanente entro i 31 anni". Lo
ha detto oggi il premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi,
intervenendo all'università di Trieste nell'ambito degli eventi
per il centenario dell'ateneo, a margine di un incontro dal
titolo "Realizzare il futuro della conoscenza, il contributo
dell'università tra allievi e maestri" insieme al rettore
Roberto di Lenarda.
Parisi ha aggiunto che "i soldi in generale in Italia sono
pochi e spesi bene ma spesso sono a macchia di leopardo, ci sono
infatti molti centri di eccellenza ma anche molte situazioni in
cui la ricerca funziona male. Penso sia estremamente importante
fare in modo che tutte le università alzino il livello sopra una
soglia minima". Per Parisi inoltre "è fondamentale anche la
comunicazione nel mondo della scienza, e per questo sono grato
alla Sissa di Trieste che ha istituto proprio una scuola di
comunicazione scientifica".
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