Un lungo corteo, partito da Campo
San Giacomo, si è snodato stamattina lungo le vie di Trieste per
ribadire, in occasione del primo maggio, "la centralità del
lavoro". Oltre tremila i partecipanti, secondo le stime della
Questura.
In testa le bandiere della Cigl e lo striscione "La
Costituzione, principio di libertà e democrazia', subito dopo
spazio alle associazioni cittadine e in particolare a Marco
Cavallo, l'opera diventata simbolo di libertà dopo la chiusura
dei manicomi, accompagnato dallo striscione "Marco Cavallo lotta
per tutti gli esclusi". A seguire, tra gli altri, Anpi, Pd, M5s,
Consorzio italiano di solidarietà, Comitato di partecipazione
per i consultori familiari, Coordinamento per la difesa della
sanità pubblica di Trieste.
A distanza, altri manifestanti hanno aderito a un secondo
corteo, diretto in piazza Goldoni, promosso da Cobas, Usb e
Usi-Cit con gli slogan "Basta morti sul lavoro", "No alla
precarietà sociale e del lavoro", "No all'economia di guerra e
alla militarizzazione dei territori", "Stop al genocidio nella
striscia di Gaza". Diverse le bandiere palestinesi sventolate
dai partecipanti.
L'iniziativa promossa dalla Cgil si è conclusa invece in
piazza Unità, con gli interventi sul palco delle associazioni e
del sindacato, "in collegamento con la manifestazione nazionale
in corso a Monfalcone". "Oggi siamo qui per rimettere al centro
il lavoro, la nostra Costituzione e ridare centralità al tema
della persona", ha esordito il segretario generale della Cgil
Trieste, Massimo Marega, sottolineando, a margine, che i temi da
affrontare rimangono, tra gli altri, "salario, legalità, salute
e sicurezza sul luogo di lavoro". "Noi vogliamo ripartire dai
valori della Costituzione, è il momento che i cittadini
partecipino", ha quindi aggiunto rivolgendosi ai presenti.
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