"Se non c'è il cessate il fuoco e
l'appello non viene raccolto, è motivo di ulteriore sofferenza e
il fuoco produce altro fuoco". Ne è convinto il card. Matteo
Zuppi, presidente della Cei, oggi a Gorizia intervenendo sul
conflitto tra Hamas e Israele a margine di una lectio
magistralis al Dipartimento di scienze diplomatiche.
"Ci riguardano tutte le guerre, anche quelle che sembrano più
distanti e circoscritte. Sono sempre davvero dei pezzi della
guerra mondiale. Ci preoccupano molto e dobbiamo davvero
continuare a fare di tutto per arrivare alla pace. Ecco perché
il Papa chiede il cessate il fuoco con tanta insistenza".
Parlando ai giovani presenti, futuri diplomatici, il
presidente della Cei ha insistito dicendo che bisogna
"potenziare la diplomazia, credere nella diplomazia, che non è
soltanto pasticcini e perdita di tempo, ma è ciò che può
permettere l'identificazione degli strumenti tali da risolvere i
conflitti che ci sono e ci saranno non con la logica del più
forte o con quella delle armi, che è temibile, oltre che
inaccettabile e non risolve mai i conflitti, ma li peggiora,
bensì con il diritto". Per il cardinale "c'è bisogno di tanta
diplomazia e anche di diplomazia umanitaria: di quelli che si
occupano di umanitario, che tendenzialmente dovrebbero essere
tutti, perché non siamo isole, possano aiutare la diplomazia,
cioè a intendersi, costruire ponti, imparare un linguaggio
comune, a conoscersi".
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