"Ci sono rischi per le
interferenze della cabinovia con la linea ferroviaria. E altri
rischi ancora determinati da punti geologici critici lungo il
percorso". A denunciarlo è il Comitato No Ovovia, che si batte
da tempo contro la realizzazione dell'impianto di cabinovia tra
la città e l'altipiano, e che oggi ha reso noto di aver inviato
in tal senso una lettera a Rfi, Rete Ferroviaria Italiana, e ad
Ansfisa, Agenzia Nazionale Sicurezza delle Ferrovie. Si chiede
nella lettera quale sia stato il ruolo dei due enti nel processo
di valutazione del progetto. "Si tratta di temi molto importanti
- ha sottolineato il comitato - che non vengono affrontati dal
progetto definitivo".
Tra gli intervenuti, Livio Stefani, ingegnere in pensione e
collaboratore del gruppo No Ovovia", ha puntato l'attenzione in
particolare "sulle problematiche relative a eventuali interventi
di soccorso alle persone all'interno delle cabine, in caso di
emergenza, che risulterebbero difficoltosi a causa dell'
interferenza della cabinovia con aree della ferrovia. Ma il
progetto - ha aggiunto - potrebbe mettere a rischio anche la
continuità del trasporto ferroviario complessivo su Trieste, sia
passeggeri che merci. In alcuni punti le cabine sono solo a
pochi metri dai binari, se succedesse qualcosa non sappiamo
quali procedure sarebbero possibili". Dunque, secondo il
Comitato, potrebbero verificarsi problemi qualora fossero
necessari interventi di soccorso. Il Comitato, nella conferenza
odierna, ha parlato anche dello studio del geologo Roberto
Mandler, che parla di incompatibilità geologica del terreno
vicino al Faro della Vittoria, dove è previsto l'insediamento di
un pilone, sembra al di sopra di una galleria della ferrovia. Il
Comitato chiede chiarezza da parte di Rfi e Ansfisa su eventuali
rischi dell'opera chiedendo se sono già stati coinvolti, in
qualche modo, nella fase di valutazione del progetto, appunto.
Alla lettera, al momento, i cittadini non hanno ancora ricevuto
risposta.
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