"Vorrei che la giornata di oggi
fosse un nuovo inizio per un rapporto tangibile tra Italia e
Somalia. La Somalia è un Paese dilaniato dalla guerra civile, da
disastri e carestie, ma oggi si sta riprendendo e ha iniziato un
percorso di crescita. E anche l'Italia ha dato un aiuto molto
importante per questa ripresa. Sono convinta continueremo in
questa direzione". Lo ha detto oggi a Trieste Nura Mustaf
Mukhtar Guudow, viceministro dell'Educazione, della Cultura e
dell'Istruzione superiore della Repubblica federale somala
chiudendo il convegno "Somalia, dalla ricerca del passato alla
prospettiva del futuro" organizzato a Trieste dall'Associazione
culturale italo-somala Sagal. Un confronto su vari temi, in
primo luogo lavoro, formazione e ricostruzione.
Pier Mario Daccò Coppi, ambasciatore d'Italia in Somalia, in
videocollegamento, si è soffermato in particolare proprio sulla
ricostruzione: "c'è un forte bisogno di recuperare tanti edifici
distrutti nel centro storico di Mogadiscio - ha detto - palazzi
splendidi che si trovano abbandonati o danneggiati. C'è la
volontà di un intervento importante anche da parte dell'Italia".
Pensiero simile per Dino Fortunato, dell'Organizzazione delle
Nazioni unite per lo Sviluppo industriale Unido, che ha parlato
della ripresa del Paese "che passa sicuramente dalla
ricostruzione ma anche dalla necessità di crescita delle
imprese, della formazione e di una spinta verso la blu economy".
In questo incontro, ha osservato Ahmed Faghi Elmi, presidente
della Comunità somala di Trieste, "si è approfondito l'aspetto
della formazione ma anche del lavoro, di quanto sia importante
che i giovani restino nel loro Paese dove abbiano concrete
possibilità di un'occupazione. In tal senso si è parlato anche
di quanto possa essere utile sia insediare start up e nuove
aziende in Somalia sia valorizzare comunque il mondo
dell'artigianato e dell'impresa in generale, perché i giovani
crescano nella loro terra".
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