E' passata a maggioranza nella V
Commissione del Consiglio regionale Fvg, nonostante il muro
delle opposizioni, la riforma della legge elettorale che abbassa
al 40% la soglia percentuale di voti sufficienti al primo turno
a evitare il ballottaggio per la proclamazione dei sindaci anche
nei comuni con più di 15mila abitanti (in quelli con meno di
15mila abitanti il ballottaggio non è previsto). La stessa norma
approvata oggi consente il terzo mandato ai primi cittadini nei
comuni con meno di 15mila abitanti.
I partiti che sostengono la giunta Fedriga hanno votato
compatti a favore della norma mentre i consiglieri di minoranza,
in una seduta fiume durata oltre 7 ore, hanno attaccato in
particolare la misura che limita il ricorso allo strumento del
ballottaggio, definendola "distorsiva" e "pericolosa per la
democrazia". La norma è stata presentata dalla giunta regionale,
passaggio criticato dalle opposizioni che ritengono di non aver
potuto dunque confrontarsi sul tema. Un atto "urgente" anche se
nei comuni in cui è previsto il ballottaggio "non si voterà fino
al 2027". In aula gli esponenti del centrosinistra hanno
attaccato anche la motivazione addotta dalla Giunta per ridurre
il ricorso al ballottaggi: "l'evidente risparmio di spesa".
Motivazione "irricevibile" per il dem Roberto Cosolini e sulla
quale ha ironizzato Furio Honsell (Open): "Le dittature hanno
enormi risparmi perché non votano".
Compatta nella difesa del provvedimento presentato dalla
Giunta invece la maggioranza, che mira a "contrastare
l'astensionismo al secondo turno", in linea "con scelte fatte a
livello nazionale".
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