"I mutamenti portati dalle nuove
tecnologie non riguardano soltanto il fare, ma riguardano anche
il sentire e si potrebbe quasi dire l'essere. Cambia il modo di
comunicare, cambia il rapporto con gli altri, la dimensione dei
corpi e nella loro pratica reciproca". Lo ha detto il direttore
artistico del festival letterario Pordenonelegge, Gian Mario
Villalta, introducendo, questa sera, all'ex convento di San
Francesco, il progetto "Città diffusa", promosso dall'Ente
friulano assistenza sociale culturale emigranti.
"Cambiano anche le forme del mondo nel loro essere a portata
o essere a distanza - ha aggiunto - Insomma, l'arte,
chiaramente, che è quello che si fa - che gli esseri umani fanno
con le mani, fanno con le parole, fanno in tutti i modi - si
deve rapportare a questa diversa realtà".
Ospite dell'evento è Luca Taddio, filosofo, studioso di
fenomenologia della percezione, direttore del Master in
Filosofia del Digitale e Intelligenza artificiale delle
Università di Udine e di Torino. "Cercheremo di mettere in luce
- ha concluso Villalta - cos'è che cambia proprio nel sentire, e
che cosa l'arte può fare, se soltanto interrogare o se aiutare a
vedere diversamente, a vedere meglio la realtà".
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