Lieve calo nei dati dell'Autorità
di sistema portuale del Mare Adriatico Orientale (porti di
Trieste e Monfalcone) a causa delle crisi mondiale e dei
conflitti in atto, ma crescita dei valori del traffico
ferroviario. E' il bilancio dell'attività 2023 tra i due scali e
gli interporti di Trieste-Fernetti e Cervignano, che hanno
"lavorato" 12.379 treni, confermando i due scali primo sistema
ferroviario d'Italia. Volumi totali: Trieste chiude con 55,6 mln
di tonn di merce movimentate (-3,42%; quasi 2 milioni in meno);
con Monfalcone, si superano invece i 59 mln, comunque al di
sotto dei valori pre-pandemia (66 mln tonn nei due porti).
Trieste rimane comunque il primo terminal petrolifero del
Mediterraneo.
Lieve calo anche per rinfuse liquide (37,3 mln tonn; -1,42%);
più pesante nel settore merci varie (-6,43%). Trend inverso e
tutto positivo invece per il traffico passeggeri: lo scalo
triestino ha registrato complessivamente un totale di 468mila
crocieristi (+7,15%).
"Le tensioni geopolitiche e i conflitti in atto hanno creato
ulteriori disruption che si sono aggiunte a quelle lasciate in
eredità dal Covid. La crisi è arrivata anche a Trieste e
potrebbe durare nel tempo. Per questo dobbiamo saper
diversificare per reagire agli shock - ha commentato Zeno
D'Agostino, presidente dei porti di Trieste e Monfalcone -
Nell'insieme però l'Adriatico orientale ha offerto una prova di
forza, contenendo le perdite e investendo nel settore
ferroviario e su nuove linee nell'area inframed con l'Egitto e
il Marocco".
L'Autostrada del Mare, che conta 14 toccate settimanali tra
Trieste e i maggiori scali turchi, ne ha raggiunte in totale 804
(862 nel 2022) anche per navi più grandi messe in linea.
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