Sono circa 100mila in Friuli Venezia
Giulia i lavoratori dei settori scuola, trasporto pubblico,
poste, sanità, pubblica amministrazione e servizi in appalto che
potrebbero aderire allo sciopero generale di domani indetto da
Cgil e Uil per dire 'no' alla manovra finanziaria del governo
Meloni. Trecentomila, invece, quelli che potrebbero essere
coinvolti nella seconda giornata di protesta, programmata per il
24 novembre, quando si fermeranno i settori privati, dal
manifatturiero al terziario, in tutte le regioni del
settentrione. Lo hanno annunciato oggi a Udine i segretari
regionali di Cgil e Uil, Villiam Pezzetta e Matteo Zorn,
ribadendo le ragioni degli scioperi e dei presidi organizzati
per le due giornate tra Trieste, Gorizia, Pordenone e Udine.
"Una finanziaria che non possiamo accettare e che chiediamo
venga riscritta - hanno detto - in quanto peggiora addirittura
quota 103, reintroduce una versione ridotta di Opzione donna,
peggiora i requisiti per l'accesso all'Ape sociale e per il
calcolo della quota retributiva delle pensioni". Sotto accusa
anche la conferma dei tagli alla rivalutazione delle pensioni,
la mancanza di misure di contrasto all'evasione fiscale e la
scelta di non tassare gli extraprofitti e i grandi patrimoni".
Confermata la durata dell'astensione dal lavoro, che sarà di
8 ore o dell'intera giornata e turno di lavoro in tutti i
settori, con l'eccezione del trasporto pubblico, dove lo
sciopero è stato rimodulato a 4 ore, dalle 9 alle 13. "Pur
ribadendo con forza le motivazioni e la legittimità dello
sciopero - hanno spiegato Pezzetta e Zorn - Cgil e Uil
nazionali, d'intesa con i sindacati di categoria, hanno scelto
di evitare, dopo la precettazione decisa dal ministro dei
Trasporti, uno scontro sulle regole che avrebbe finito per
penalizzare innanzitutto i lavoratori".
Sull'assenza della Cisl alla protesta, Pezzetta e Zorn hanno
detto di rispettare le diverse posizioni, ma di augurarsi "che
presto si torni a manifestare insieme".
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