(di Paolo Levi)
La fiamma tricolore di Marine Le
Pen continua a dominare i sondaggi in vista delle elezioni
europee del 9 giugno, doppiando addirittura la maggioranza
presidenziale di Emmanuel Macron e tutti gli altri partiti
francesi lontani dietro, ad appena due settimane dal voto.
Secondo un ultimo sondaggio Ifop-Fiducial pubblicato venerdì per
il giornale Le Figaro, LCI e Sud Radio, il capolista del
Rassemblement National (Rn), Jordan Bardella, svetta al 33%
delle preferenze, più della somma delle due formazioni
politiche che inseguono, Renaissance/Renew al 16,5% e il Partito
socialista-Place Publique di Raphael Glucksmann, al 14,5%.
La situazione è così allarmante per la maggioranza centrista
che negli studi dell'emittente pubblica France 2 il premier
Gabriel Attal, un fedelissimo di Macron, è sceso in campo in
prima persona per tentare di fermare il rullo compressore
lepenista che continua a macinare consensi a due settimane dal
rinnovo dell'Europarlamento di Strasburgo e Bruxelles. Per
un'ora e mezzo, il giovane leader di 35 anni ha duellato in
diretta con Bardella, il ventottenne nazionalista delfino di Le
Pen strafavorito di questa elezione, su temi come
l'immigrazione, il potere d'acquisto o la guerra in Ucraina.
Affilate le armi, il dibattito tra Attal e Bardella si è
scaldato con il capo dell'esecutivo che ha accusato l'esponente
lepenista di "odiare l'Europa" e di "cambiare idea su tutto",
quest'ultimo a contestare ad Attal il bilancio da premier e i
"colpi bassi". Fra questi ultimi, Bardella ha certamente
incassato quelli sul rapporto del Rassemblement National e di Le
Pen con la Russia di Vladimir Putin: "Il vostro partito, quello
di Marine e Jean-Marie Le Pen - ha incalzato Attal - aveva
bisogno di soldi. La Russia aveva bisogno di un partito in
Europa proprio per indebolire l'Europa dall'interno". "Non è da
primo ministro della Francia usare argomenti così, sotto la
cintura", ha ribattuto Bardella, accusando a sua volta Macron di
"giocare con il fuoco" non escludendo di inviare truppe in
Ucraina.
Nel corso del dibattito visto da 3,6 milioni di
telespettatori, il candidato Rn è stato messo più volte alle
strette da un premier più energico e agguerrito che mai, anche
se è presto per dire se questo consentirà alla maggioranza
macroniana guidata da Valérie Hayer di recuperare terreno. Al
momento, secondo tutti gli studi d'opinione, il trionfo
lepenista sembra scontato mentre Hayer e Glucksmann, si
contendono il secondo posto.
Negli ultimi giorni, il candidato socialista ha incassato il
sostegno dell'ex premier e padre nobile della gauche, Lionel
Jospin, 86 anni. Sulle colonne del Nouvel Obs, la nuova punta di
diamante della sinistra d'Otralpe, vera sorpresa della campagna
d'Otralpe, ha lanciato un appello insieme ad altri esponenti
socialdemocratici europei, tra cui Elly Schlein, per "formare
una diga possente" contro l'avanzata dell'estrema destra in
Europa.
Tornando a Bardella, negli ultimi mesi di campagna a tambur
battente, si è anche dilungato in modo inedito sulla sua
famiglia di origini italiane emigrata in Francia. Un tema su cui
in passato si era sempre mostrato piuttosto riservato. ''Sono
venuto da altrove, ma sono diventato di qui'', ha detto
rispondendo a un giornalista dell'ANSA negli studi di
Franceinfo, aggiungendo di aver "fatto lo sforzo repubblicano di
assimilazione", come "tanti francesi di origini straniere:
sposando la storia di Francia, onorando ciò che è stato il
nostro grande Paese, imparando il francese, rispettando
l'insegnante, rispettando la polizia, dimenticando una parte
della propria cultura d'origine e del proprio Paese di
partenza".
Quanto agli altri partiti transalpini, tutti risultano al
momento sotto alla soglia del 10%. Quarti, a pari merito, Manon
Aubry (La France Insoumise, 7,5%), e il repubblicano
François-Xavier Bellamy (LR, 7,5%). Al quinto posto c'è Marion
Maréchal, la nipotina ultraradicale di Le Pen in rotta con la
zia (Reconquête, 6,5%) seguita dall'ecologista Marie Toussaint
(5%).
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