Si sono concluse intorno alle 14
nel porto di Ravenna le operazioni di sbarco dei 170 naufraghi a
bordo della Life Support di Emergency, soccorsi in cinque
diversi interventi nelle acque internazionali delle zone Sar
libica e maltese, nel Mediterraneo Centrale.
"Dopo oltre quattro giorni di navigazione siamo arrivati a
Ravenna per lo sbarco delle persone soccorse, operazione che si
è svolta regolarmente e in collaborazione con le autorità locali
- dice Laura Pinasco, comandante - Auguriamo a queste persone
che oggi finalmente sono potute scendere a terra tutto il
meglio, mentre noi ci prepareremo per le prossime missioni"
I 170, di cui due donne, nove minori che viaggiano soli e due
accompagnati, provengono da Bangladesh, Egitto, Eritrea,
Nigeria, Siria, Palestina, Pakistan e Sud Sudan. Paesi segnati
da conflitti interni, instabilità politica ed economica,
insicurezza alimentare.
"Questa lunga navigazione verso il porto ha messo duramente
alla prova i naufraghi, sia dal punto di vista della salute
fisica che mentale - spiega Miriam Bouteraa, mediatrice
culturale a bordo della Life Support - Una giovane pneumologa
siriana ci ha raccontato di aver provato invano a raggiungere
l'Europa tramite delle vie sicure e 'legali': ha chiesto un
visto a diversi stati europei, ma le è sempre stato negato. Per
diversi anni ha lavorato come pneumologa in Siria e in Libano,
ma con il deteriorarsi delle condizioni politiche ed economiche
in entrambi i paesi non è stato più possibile. Non avendo più
alcuna prospettiva, ha deciso di attraversare il Mediterraneo
passando dalla Libia. Dove non consiglierebbe a nessuno un
soggiorno, perché la Libia non è un paese sicuro ed è un luogo
dove i diritti umani non vengono rispettati. Ora che è arrivata
in Europa sogna di fare il suo lavoro in Germania".
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