"Oggi l'Ucraina non può più
permettersi di perdere il proprio patrimonio". La guerra
sconvolge ogni aspetto della vita in Ucraina. Anche quello della
sua Cineteca, il Dovzhenko National Centre, che ha più volte
lanciato, in questi mesi, l'allarme relativo alle opere che
custodisce e ha rinnovato il suo appello attraverso le parole
della sua direttrice Olena Honcharuk, intervenuta al festival
'Il Cinema Ritrovato' di Bologna.
Tra le opere conservate dalla Cineteca ucraina, quelle del
maestro Sergej Paradžanov - di cui quest'anno si celebra il
centenario della nascita -, armeno nato in Georgia, tuttavia
cresciuto cinematograficamente proprio in Ucraina. Quei suoi
primi film, realizzati nel decennio tra il 1954 e il 1964, sono
stati salvati grazie a una cooperazione internazionale - sotto
l'egida della Fiaf (Fédération internationale des archives du
film) - capace di far arrivare a Kiev professionisti e
tecnologie per salvaguardare, attraverso la digitalizzazione, i
lavori di Paradžanov, che arrivano ora al festival 'Il Cinema
Ritrovato'.
A Bologna quindi si potranno vedere, oltre a questi primi
film realizzati dal 1954 al 1964, il restauro, in prima
assoluta, del suo primo capolavoro riconosciuto, Le ombre degli
avi dimenticati, realizzato anch'esso in Ucraina, nel 1966
(restauro promosso da The Film Foundation's World Cinema Project
di Martin Scorsese e dalla Cineteca di Bologna, in
collaborazione con Oleksandr Dovzhenko National Centre). A
questi lavori, si aggiungono i frammenti rimasti degli Affreschi
di Kiev (1966) e due documentari, Parajanov, the Last Spring di
Mikhail Vartanov (1992) e Sergueï Paradjanov, le rebelle di
Patrick Cazals (2003).
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