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Candice Breitz a Modena con 'Never Ending Stories'

Candice Breitz a Modena con 'Never Ending Stories'

Dall'8 giugno tre installazioni alla Palazzina dei Giardini

MODENA, 06 giugno 2022, 11:29

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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'Never Ending Stories', la più grande mostra dedicata finora da un'istituzione italiana all'artista sudafricana Candice Breitz, sarà ospitata da Fmav-Fondazione Modena Arti Visive di Modena alla Palazzina dei Giardini dall'8 giugno al 18 settembre.
    Nata nel 1972 a Johannesburg e oggi residente a Berlino, Breitz ha esposto le proprie videoinstallazioni in mostre personali e collettive nei musei di tutto il mondo, partecipando alle biennali più prestigiose: nel 2017 ha rappresentato il Sudafrica alla 57/a Biennale di Venezia. A cura di Daniele De Luigi, l'esposizione presenta tre installazioni di grandi dimensioni di Breitz - 'Love Story' (2016), 'Digest' (2020) e 'Labour' (2017, ancora in corso) - riflettendo sul ruolo cruciale che lo storytelling gioca nella costruzione della realtà vissuta e offrendo la possibilità di realtà future alternative. La mostra, spiega il curatore, "offre una momentanea via di fuga dall'accelerazione temporale che viviamo quotidianamente, tipica dell'economia dell'attenzione, allungando e deformando il nostro rapporto con il tempo, e offrendo rifugio dal vortice di notizie che ci avvolge e dai continui scroll nei social media, divenuti il nostro strumento di comprensione e misura del mondo".
    'Love Story' si compone di una proiezione cinematografica e più di venti ore di interviste molto intime: evocando il tema della crisi globale dei rifugiati, l'opera si sviluppa grazie ai colloqui con sei persone che hanno lasciato, per differenti motivazioni, la propria terra di origine. 'Digest' è composta da 1001 videocassette dipinte, le cui cover si presentano adornate da un singolo verbo estratto dal titolo di un film in circolazione durante l'era dell'home video. 'Labour' è un'installazione a sei singoli canali video, tratti da un'opera ancora in progress: l'artista ha ripreso in video una serie di nascite, con un crudo stile documentaristico e accennando all'estetica da peep show di opere come 'L'Origine du monde' di Gustave Courbet (1866) e 'Étantdonnés' (1966) di Marcel Duchamp.
   
   

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