Una croce celtica disegnata
sull'immagine di una camminata di giovani verso Monte Sole in un
25 aprile che rappresenta la "manifestazione di un'aridità di
sentimenti, di mancanza di punti di riferimento per interpretare
il nostro presente e saper scegliere ciò per cui vale la pena
vivere e battersi". Così il Comitato regionale per le onoranze
ai caduti di Marzabotto esprime "la sua più ferma condanna" per
quanto accaduto tra il 27 e il 28 gennaio alla stazione di
Casalecchio di Reno, nel Bolognese, dove è stato vandalizzato
uno dei cartelli che il Comitato ha installato lo scorso
settembre in occasione del 77esimo anniversario dell'Eccidio di
Monte Sole in dieci stazioni della Direttissima e della
Porrettana.
"Non si tratta solo di una provocazione - spiega il Comitato
in una nota - non basta l'invocazione ad una profonda ignoranza
di quanto è successo e delle conseguenze che ancora ci abitano.
E' qualcosa di peggio che ci disarma". Quindi, è l'esortazione,
"guardiamoci in faccia. Rimbocchiamoci le maniche e insistiamo
perché ce n'è ancora bisogno e c'è bisogno dell'agire concreto
di tutti".
E sull'imbrattamento di Casalecchio di Reno intervengono
anche il Comune della città emiliana, con il sindaco Massimo
Bosso, e Federico Chiaricati segretario Anpi-Antifascisti di
Casalecchio di Reno che definiscono la vicenda "un vile attacco
alla memoria". gesti simili, argomentano, "ci fanno capire come
sia sempre più urgente continuare e rafforzare un'opera efficace
e incisiva nelle scuole così come in maniera più ampia nella
società civile per trasmettere i valori di libertà, democrazia,
diritti umani, fondamenta della nostra comunità antifascista".
Quindi, aggiungono, "chiediamo che la politica, così come la
società civile più ampia, condanni in maniera netta e decisa
questi atti che non colpiscono solamente una storia e una
comunità locale, ma minano alla radice il tessuto democratico di
tutta la nostra società".
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