Nella Maremma della provincia di Grosseto, con le colline metallifere a nord e il tufo a sud, Vetulonia, Massa Marittima, Sovana, Pitigliano e Sorano sono grandi e piccoli centri di origine antichissima. Con i loro musei, i palazzi e le necropoli sono una delle più belle pagine di storia antica di quest'angolo di Toscana, terra fertile e generosa, ricca di metalli e fonti termali, di vigneti e uliveti, di coste selvagge e cammini. Attraversarla significa fare un viaggio nella storia, nel mistero e nella cultura di un grande popolo vissuto tra l'VIII e il II secolo avanti Cristo, dalla lingua e dalle origini indecifrabili. Dediti al commercio e a un'intensa attività economica, gli Etruschi si stabilirono per secoli nel Mediterraneo occidentale, fino a quando, dalla seconda metà del V al II secolo avanti Cristo, le loro città-stato e la loro raffinata cultura scomparvero, travolte dalla supremazia greca prima e romana poi.
Fortunatamente il loro culto per l'aldilà ci ha lasciato testimonianze importanti: attraverso le necropoli portate alla luce dagli scavi abbiamo scoperto la loro economia, la loro quotidianità, l'organizzazione del loro esercito, la loro arte, il loro interesse per la musica. A tumulo, a edicola, a forma di capanne scavate nel tufo e ricoperte con una lastra di pietra, a cassone, a nicchia: le tombe degli Etruschi, grandi opere d'ingegneria, hanno svelato numerosi oggetti che accompagnavano il viaggio dei defunti e che oggi costituiscono reperti preziosi come armi, gioielli, vasi, anfore per il vino, otri per il grano, monili e scarabei egizi, molti dei quali ora si possono ammirare in tutta la loro modernità nelle teche dei musei. Dagli scavi nelle tombe abbiamo scoperto le loro monete, le prime a essere coniate e usate in Italia, abbiamo capito che le donne si truccavano guardandosi in specchi di bronzo lucidato e che non solo gli uomini usavano lance, spade, elmi.
Il viaggio alla scoperta degli Etruschi nella Maremma grossetana parte proprio da Grosseto che ospita il più importante museo archeologico della zona, il Maam, punto di riferimento per la straordinaria collezione di reperti etruschi provenienti da tutto il territorio toscano e, in particolare, dagli scavi fatti a Roselle, a nord della città. Il museo civico archeologico ed arte della Maremma, allestito su tre piani nel Palazzo del Vecchio Tribunale, ospita mostre temporanee, laboratori didattici e raccoglie nelle 40 sale reperti etruschi (gioielli, ceramiche, monete, pietre scolpite, statue bronzee, urne cinerarie), oggetti d'epoca preistorica, una grande collezione di statue romane e testimonianze artistiche medievali e del Rinascimento.
A una ventina di chilometri si trova Vetulonia, piccolo borgo famoso in tutto il mondo per le fortunate campagne archeologiche dirette da Isidoro Falchi, medico e appassionato d'arte antica, che fece scavi lungo il torrente Bruna. E' proprio qui che venne alla luce una tra le più grandi città della Dodecapoli etrusca, citata da Plinio come 'ricca città prossima al mare'. Oggi è un piccolissimo borgo che merita una visita per l'area archeologica, aperta solo il pomeriggio, dove furono rinvenute necropoli dell'era villanoviana, nove secoli prima di Cristo, agli albori dell'Età del Ferro. E per il museo civico, dedicato al celebre archeologo Falchi: qui sette sale su due piani ospitano preziosi reperti etruschi, mostre temporanee e laboratori, accessibili a tutti grazie a un percorso con pedana e mappe audio-tattili per ipovedenti.
Il viaggio prosegue nel cuore delle Colline Metallifere verso Massa Marittima, cittadina famosa per l'estrazione mineraria - a cui è stato dedicato il museo Subterraneo con visita a una miniera - e alcuni gioielli romanici, tra cui la cattedrale, affacciata su piazza Garibaldi, bella e dalla forma irregolare. Qui, nell'antico Palazzo del Podestà, si trova il museo archeologico Giovannangelo Camporeale, che riunisce una ricca collezione ordinata cronologicamente, dal paleolitico inferiore fino all'età etrusca. Tra i gioielli esposti spicca la statua-stele eneolitica di Vado all'Arancio, uno strano menhir del III secolo a.C. che raffigura una creatura che per la posizione delle mani appoggiate sul grembo potrebbe essere una divinità legata al culto della dea madre. Nelle teche ci sono anche vasellami da cucina, pesi da telaio e da pesca, corredi funebri, affibbiagli in bronzo, reggivasi in ferro e armi in bronzo. Al piano terreno è allestita una sezione didattica con la ricostruzione di grotte a grandezza naturale, attività didattiche e filmati. Gran parte di questi reperti etruschi provengono dagli scavi effettuati nei dintorni, presso il villaggio del lago dell'Accesa, dove furono rinvenute necropoli e insediamenti etruschi. È piacevole passeggiare lungo il lago, piccolo ma ricco di flora e fauna, la cui origine carsica, una buca profondissima, ha dato luogo a leggende, tra cui quella di un mostro che vivrebbe nei suoi fondali.
La strada prosegue verso le colline di tufo e le vie delle cave fino a Pitigliano, luogo magico dove le abitazioni nascono dalla roccia traforata e scavata nel tufo. Città etrusca e poi romana, fu dominata da potenti famiglie come gli Orsini e, nel Quattrocento, da una colonia di ebrei, di cui ancora oggi si visitano la Sinagoga e il ghetto, motivo per cui viene chiamata la Piccola Gerusalemme. Oltre all'acquedotto degli Orsini, che si apre sulla campagna con 15 archi, merita una visita il museo archeologico Enrico Pellegrini, che sorge in un'ala di palazzo Orsini. Qui sono esposti vasi con decorazione geometrica, ceramiche e reperti provenienti da scavi dei dintorni.
Ad appena 9 km, sulla cima di una rupe di tufo, c'è Sorano, borgo etrusco dalla bellezza unica: qui meritano una visita il Masso Leopoldino, la fortezza Orsini con il suo museo storico, il ghetto e le Vie Cave, strade a cielo aperto scavate dagli Etruschi nel tufo. Infine Sovana con il museo di San Mamiliano e i reperti dal periodo etrusco a quello altomedievale, che raccontano la storia millenaria del territorio.
Questi borghi fanno parte della 'Via delle città etrusche', una serie di percorsi che si snodano lungo i 170 km del Parco nazionale delle Colline Metallifere, fruibili a piedi, a cavallo, in bici e che incrociano percorsi già esistenti, come i cammini storici e gli itinerari culturali, dalla via Clodia alla Francigena.
Info: museidimaremma.it
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