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'Borgo dei borghi', vince Bobbio gioiello dell'Emilia-Romagna

'Borgo dei borghi', vince Bobbio gioiello dell'Emilia-Romagna

Il monastero di San Colombano, sulle colline nebbiolo e dolcetto

PIACENZA, 21 ottobre 2019, 15:43

Redazione ANSA

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"L'incoronazione a Borgo dei borghi d'Italia rappresenta il coronamento di vent'anni di lavoro per creare un brand turistico del nostro meraviglioso paese" spiega Roberto Pasquali, 62 anni, bobbiese purosangue, sindaco del paese dal 1999 e consigliere comunale dal 1985, all'indomani del successo decretato dal programma di Rai3, condotto da Camila Raznovich e dedicato ai borghi più belli d'Italia. "Le carte vincenti sono la nostra storia e la nostra cultura - prosegue - ma anche l'essere inseriti in un contesto, la Valtrebbia, che Hemingway ha definito la vallata più bella del mondo. Abbiamo un meraviglioso fiume balneabile, una natura selvaggia sui nostri monti e richiami storico artistici unici in paese".

    Affacciata sul fiume Trebbia, la cittadina di Bobbio risente delle influenze delle regioni con cui confina e di cui in passato ha fatto parte (Liguria, Lombardia e Piemonte): sulle colline circostanti si coltivano ancora il nebbiolo e il dolcetto ed i piatti tipici sono di "fusione" con quelli della vicina Liguria. Il paese è ai piedi del Monte Penice a 272 metri di altezza con poco più di 3500 abitanti, che si triplicano nella stagione calda quando la vallata è meta di turismo estivo.

    Il territorio è abitato fin dal neolitico ed è divenuto romano nel 14 a.C. con la successiva nascita del primo nucleo del borgo di Bobium. Ma la storia di Bobbio si identifica soprattutto con quella del monaco missionario irlandese Colombano che vi è morto nel 615 e con il Monastero di San Colombano, da lui fondato nel 614, monumentale aggregazione di edifici tra i quali svetta la facciata della basilica affiancata dall'elegante porticato dell'abbazia, dove hanno sede il museo e il celebre scriptorium.

    L'altro simbolo di Bobbio è il famoso ponte Vecchio, detto anche Gobbo o del Diavolo (per il particolare profilo ondulato e contorto). Un ponte di età romanica con rifacimenti successivi e sovrastrutture barocche, lungo 280 metri con undici arcate diseguali tra loro.
    Bobbio è anche il paese natale del regista Marco Bellocchio, che qui da anni in estate organizza il suo Festival del Cinema.
    "Bellocchio è un altro fiore all'occhiello del nostro paese - conferma Pasquali - e il suo festival a contribuito in modo determinante a fare da traino per il turismo. Ma grandi meriti vanno anche ai nostri commercianti, che mantengono alta la bandiera della tradizione e della tipicità con i loro negozi".

    Da vedere a Bobbio, paese che in centro mantiene ancora le strade storiche con l'acciottolato, anche la piazza San Francesco, il santuario della Madonna dell'Aiuto (1621) e il monastero di San Francesco, conservatosi nello stile francescano rustico del XIII secolo con chiostro del XV secolo, mentre la chiesa è stata ricostruita in forme barocche all'inizio del Settecento.

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