Un cubo magico di 10 metri per dieci: "Ed è lo spazio più bello che abbia mai costruito". Così l'architetto spagnolo Alberto Carlos Baeza commenta oggi la sala 'isotropa' in cui la luce, come una meridiana, entra da finestre equidistanti a illuminare opere dell'artista italiano Ettore Spalletti. Siamo nella nuova ala di Magazzino, il Robert Olnick Pavillion, che consentirà di quasi raddoppiare gli spazi del museo di Cold Springs specializzato nell'arte italiana dalla seconda metà del Novecento. La nuova ala, al cui taglio del nastro sono intervenuti oggi l'ambasciatrice italiana a Washington Mariangela Zappia e il console generale a New York Fabrizio Di Michele, è dedicata al padre di Nancy Olnick, la collezionista newyorchese che, con il marito italiano Giorgio Spanu, nel 2017 ha fondato Magazzino. "È stato lui che, cresciuto povero durante la Grande Depressione, mi ha istillato l'importanza dell'istruzione come chiave per costruire il futuro", ha detto la Olnick. Robert Olnick, a braccetto con la moglie Sylvia in una foto scattata a Roma, accoglie metaforicamente i visitatori da L'Arte Unisce le Generazioni, un'opera murale-specchio commissionata ad hoc a Michelangelo Pistoletto e installata all'ingresso del nuovo padiglione. Oltre al progetto speciale su Spalletti, una mostra su Mario Schifano e una selezione di vetri di Carlo Scarpa dalle collezioni Olnick-Spanu hanno tenuto a battesimo la nuova ala di Magazzino disegnata da Miguel Quisimodo a cui si deve anche il progetto del museo originario aperto sei anni fa: entrambi sono all'insegna della sostenibilità, dal fabbisogno energetico fino alle maestranze locali impiegate nella costruzione.
Diventano così due gli edifici del museo, indipendenti l'uno dall'altro. Il primo continuerà a essere dedicato all'Arte Povera, mentre il secondo ospiterà esposizioni temporanee, spazi multimdiali, un caffè e un centro didattico. Aperta fino all'8 gennaio, curata da Alberto Salvadori e organizzata in collaborazione con l'Archivio dell'artista, la mostra su Schifano coincide con i 60 anni dalla prima delle tre visite dell'artista negli Usa, in anni in cui - ha spiegato Salvadori - Roma era la capitale dell'arte. La mostra nasce da un incontro della Olnick e di Spanu con Maurizio Calvesi e Augusta Monferini, che avevano una vasta raccolta di opere di Schifano e il cui grande desiderio era di vederlo un giorno esposto negli Usa. Sarà aperto fino all'8 gennaio 2024 anche Ettore Spalletti: Parole di colore, progetto appositamente concepito per il nuovo padiglione dalla Fondazione Ettore Spalletti e da Salvadori in collaborazione con l'architetto Baeza. Cinque opere di Spalletti sono installate all'interno della sala isotropa: tre monocromatiche dipinte nel 2009 con colori applicati ritualmente nello stesso modo e alla stessa ora del giorno saranno messe in dialogo con la scultura Colonna nel Vuoto del 2019 e con Disco del 1981, in legno laccato nero inserito in una delle pareti. Visibile al pubblico fino al 31 marzo 2025 sarà poi la mostra su Carlo Scarpa: Capolavori Senza Tempo, curata da Marino Barovier, presenta, attraverso una selezione di 56 vetri di Murano, il percorso creativo del celebre architetto dal 1926 al 1947, periodo in cui collaborò con le due più importanti fornaci muranesi dell'epoca: M.V.M. Cappellin & Co. e Venini.
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