(di Ida Bini)
Il 27 gennaio 1945 il mondo scoprì
Auschwitz e la pagina più buia della nostra storia: quel giorno
le truppe dell'Armata Rossa, impegnate nell'offensiva
Vistola-Oder, entrarono nel campo di concentramento nazista e
liberarono 9mila prigionieri, pochi superstiti rispetto ai 4
milioni che dal 1940 vi erano stati detenuti, a pochi km dal
confine con la ex Cecoslovacchia. Nel 2005 l'Onu scelse proprio
quella data, il 27 gennaio, per celebrare la Giornata della
Memoria e ricordare i milioni di vittime dell'Olocausto con
cerimonie, incontri, film, spettacoli teatrali, letture e mostre
per documentare l'eccidio e testimoniare quanto la memoria sia
importante per lottare contro ogni forma di discriminazione e
razzismo. Cimiteri, monumenti celebrativi, lager, stazioni
ferroviarie si sono trasformate in musei, in luoghi della
memoria da conoscere per non dimenticare e non ripetere l'orrore
del passato. Il viaggio della memoria parte da Milano, dove
sotto la stazione Centrale sorge la Fondazione Memoriale della
Shoah-Binario 21 (memorialeshoah.it), il luogo da dove partivano
i convogli carichi di ebrei e di altri perseguitati verso i
campi di sterminio nazisti. Il Memoriale testimonia la vita di
migliaia di prigionieri che vi transitarono tra il 1943 e il
1945, tra cui anche la senatrice a vita Liliana Segre,
sopravvissuta ad Auschwitz. Le visite si fanno tutti i giorni
dalle 10 alle 16 e sabato e domenica fino alle 18. Il 27 gennaio
le visite sono gratuite ma da prenotare. A testimoniare gli
orrori nei campi di concentramento c'è anche il Museo Monumento
al deportato politico e razziale (fondazionefossoli.org) di
Fossoli, vicino a Carpi, in provincia di Modena. Qui vi
transitarono anche famosi uomini di cultura tra cui lo scrittore
Primo Levi. All'interno eventi, proiezioni, incontri, mostre e
visite guidate; fuori il campo di concentramento per
imprigionare prima i militari nemici, poi dal 1943 gli ebrei. Un
altro campo di concentramento che si può visitare in Italia è
quello di Servigliano, nelle Marche: è un campo di prigionia
dove nel periodo fascista venivano incarcerati oppositori,
rifugiati, prigionieri di guerra ed ebrei; oggi è diventato il
Parco della Pace. Accanto sorge la Casa della Memoria
(lacasadellamemoria.com), nata nel 2001 per recuperare la
memoria e la storia dei fatti avvenuti tra il 1915 e il 1955. Le
visite guidate vanno prenotate almeno il giorno prima. A Trieste
il monumento nazionale Risiera di san Sabba
(risierasansabba.it), vecchia struttura per la pilatura del riso
trasformata in campo di detenzione, è un museo che testimonia la
tragica storia di soldati italiani, partigiani, detenuti
politici ed ebrei imprigionati e poi deportati all'estero.
L'ingresso è libero tutti i giorni dalle 9 alle 17 (dal primo
aprile al 30 settembre fino alle 19). A Roma è d'obbligo una
visita al Ghetto, tra i più antichi del mondo, luogo della
memoria per eccellenza: qui il 16 ottobre 1943 furono catturati
oltre mille ebrei, rinchiusi nel Collegio Militare in via della
Lungara e trasferiti alla stazione Tiburtina per essere
deportati ad Auschwitz. Nella Capitale per ricordare i luoghi
dove ebrei, dissidenti, omosessuali, rom e sinti furono
arrestati e deportati, l'artista tedesco Gunter Demnig nel 1993
ha creato le pietre d'inciampo, piccoli blocchi in pietra
incastonati lungo i marciapiedi o nel selciato che ricordano le
vittime delle deportazioni. Sulle pietre sono riportati il nome
della vittima, il luogo dove visse o dove, in molti casi, ebbe
inizio la deportazione. Le pietre d'inciampo sono oltre 300 -
22mila in tutto il mondo - disseminate in molte zone della
città. Infine a Tarsia, in provincia di Cosenza, si trova il più
grande campo di concentramento fascista d'Italia; qui a seguito
delle leggi razziali vi furono rinchiusi ebrei italiani e
stranieri, antifascisti e profughi politici. Chiuso nel 1945,
dal 2004 è diventato il Museo della memoria Ferramonti
(parchiletterari.com) con una ricca collezione di documenti,
foto, schede della polizia, lettere dei familiari e oggetti
personali, arricchiti da video e testimonianze.
All'estero il viaggio nei luoghi simbolo non può che cominciare
da Auschwitz dove sono ancora visibili il filo spinato, il
cancello con la scritta 'Arbeit macht frei', lo spettrale
binario ferroviario e, all'interno, una libreria ben
documentata, il blocco 11 con diverse celle e una camera a gas.
Ad appena 4 km c'è il lager Birkenau, nato solo per sterminare
ebrei, russi, polacchi, prigionieri di guerra, omosessuali,
oppositori politici e zingari provenienti da tutta l'Europa. In
questo campo si visitano l'infermeria, le baracche, la rampa
dove arrivava il treno, le camere a gas, le fosse comuni e la
torre di guardia. A 60 km sorge un altro suggestivo luogo della
memoria: il quartiere ebraico Kazimierz di Cracovia dove si
trova la fabbrica di smalti di Oskar Schindler, oggi trasformata
in un museo che onora la memoria dell'imprenditore che salvò più
di un migliaio di ebrei dal campo di concentramento, impiegando
alcuni prigionieri come operai. In Germania il luogo della
memoria più significativo è il memoriale della Shoah, un campo
di steli disegnato dall'architetto Peter Eisenmann nel cuore del
quartiere Mitte di Berlino, precisamente nell'area occupata dal
palazzo del gerarca nazista Joseph Goebbels. Il monumento è
composto da quasi 3 mila blocchi di pietra che commemorano i 6
milioni di ebrei uccisi dai nazisti. Sempre nella capitale
tedesca si trova il Museo ebraico che racconta la storia della
comunità ebraica tedesca, dal Medioevo fino alla Shoah;
progettato da Daniel Libeskind, dall'alto ha la forma simbolica
di una stella di Davide spezzata. Nella stazione ferroviaria di
Grunewald si trova il Gleis 17 Memorial, un monumento situato al
binario 17, da dove gli ebrei partivano verso i campi di
concentramento tra il 1941 e il 1945. Qui 186 placche di acciaio
ricordano il nome, la data e il luogo di prigionia dei
deportati. Il viaggio nella memoria prosegue fino alla
casa-museo di Anna Frank ad Amsterdam, simbolo della Shoah per
il suo diario reso pubblico dopo la fine della guerra. Infine
merita di essere conosciuto anche il Memoriale della Shoah di
Parigi che dal 1943 raccoglie documenti e testimonianze
politiche utili per le inchieste storiche, tra cui il processo
di Norimberga.
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