E' la 'mostra dei record', vista a
Roma in pochi mesi da 600mila visitatori, quella dedicata a
Vincent Van Gogh che il Museo Revoltella di Trieste ospita dal
22 febbraio al 30 giugno. Nelle sale del quarto piano si possono
ammirare oltre 50 capolavori di Van Gogh arricchiti da video,
documenti, spazi scenografici e due ritratti iconici, esposti
per la prima volta insieme: Monsieur e Madame Ginoux, meglio
nota come 'L'Arlesiana'. Sono i proprietari del Café de la Gare
di Arles, frequentato dal pittore, che ritrasse nel 1890 in due
tele conservate rispettivamente nel Kröller-Müller Museum di
Otterlo e nella Galleria Nazionale di Roma, a cui si deve anche
il prestito di un'altra opera di grande bellezza, il
'Giardiniere'. L'esposizione, a cura di Maria Teresa Benedetti e
Francesca Villanti e realizzata con la collaborazione del Museo
Kröller-Müller di Otterlo, documenta in 4 sezioni e in ordine
cronologico l'intero percorso creativo del pittore, partendo dal
racconto dei suoi primi cinque anni di attività, soffermandosi
sugli scuri paesaggi della sua giovinezza e sulle numerose
figure dedite al lavoro della terra. E' il periodo in cui il
pittore ritrae seminatori, raccoglitori di patate, boscaioli e
contadine occupate in mansioni domestiche. Qui la sua grandezza
si rivela nell'espressività dei volti, negli atteggiamenti dei
corpi, nella fatica intesa come ineluttabile destino. Opera
iconica della sezione, intitolata 'Il disegno è l'origine di
tutto', è 'Il seminatore'. Nei due anni del soggiorno parigino,
dal 1886 al 1888, il pittore assorbe il clima artistico vitale
della città, si lega ad artisti come Émile Bernard,
Toulouse-Lautrec e Louis Anquetin, e definisce se stesso e gli
amici come gli artisti del Petit Boulevard, mentre riserva ai
grandi protagonisti dell'Impressionismo come Monet, Degas,
Renoir, Sisley e Pissarro l'appellativo di artisti del Grand
Boulevard. E' ciò che emerge dalla seconda sezione, intitolata
'Parigi'. Poi, la terza dedicata ad Arles, illustra il ritorno
alla scelta del colore sulla scia impressionista; qui Van Gogh
conquista un linguaggio più immediato e cromaticamente vibrante.
L'immersione nella luce e nel calore del sud, a partire dal
1888, genera sconvolgimenti emotivi che lo portano verso eccessi
cromatici che, con violente pennellate, rendono la
rappresentazione della natura un esempio unico nella storia
dell'arte. E' ciò che mostra la quarta sezione, intitolata
'Saint-Rémy-De-Provence e Auvers-Sur-Oise'. L'esilio volontario
nella primavera del 1889 nell'ospedale psichiatrico di Saint
Paul de Mausole, vicino a Saint Remy, sigla un periodo
creativamente fecondo: l'arte di Van Gogh tocca vertici fino ad
allora mai raggiunti, individuando nel rapporto con la natura e
con gli esseri umani nuove forme di bellezza. Ecco, quindi, che
torna l'immagine de 'Il Seminatore', realizzato ad Arles nel
giugno 1888, con la quale Van Gogh avverte che si può giungere a
una tale sfera espressiva solo attraverso un uso metafisico del
colore.. Negli ultimi tre mesi trascorsi a Auvers-sur-Oise Van
Gogh produce un gran numero di opere. A fine luglio 1890
l'artista decide di porre fine alla sua esistenza.
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