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Perugino, un catalogo prezioso dalla mostra delle meraviglie

Perugino, un catalogo prezioso dalla mostra delle meraviglie

Il direttore Pierini, i musei fanno anche ricerca e produzione

ROMA, 30 giugno 2023, 18:27

di Luciano Fioramonti

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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E' stato pubblicato a mostra quasi conclusa ma il catalogo di ''Perugino, il meglio maestro d' Italia'', che in tre mesi ha richiamato a Palazzo dei Priori di Perugia più di centomila persone, e destinato a brillare di luce propria costituendone la naturale prosecuzione per qualità e valore. L' esposizione delle meraviglie che fino all' 11 giugno scorso ha celebrato i 500 anni della morte dell' artista considerato tra le menti geniali del Rinascimento continua, così, a vivere nelle seicento pagine di un volume impreziosito dai contributi di studiosi italiani e stranieri legati anche ai musei che hanno concesso, in alcuni casi per la prima volta, le opere più importanti. Il successo del tributo a Pietro Vannucci, considerata tra le mostre italiane più belle di questi mesi, va a Marco Pierini, direttore della Galleria Nazionale dell' Umbria, e a Veruska Picchiarelli, giovane e appassionata conservatrice del museo, responsabile del dipartimento Arte del Medioevo e della prima Età Moderna. Sono stati loro a scatenare la ''febbre del Perugino'' che ha contagiato tutta la squadra della Galleria coinvolta nella organizzazione dell' evento e favorito la collaborazione con i partner all' estero. Quale è stata la lezione di questa mostra? ''La più bella - dice Pierini all' ANSA - è che i musei sono e confermano di essere luoghi non solo di esposizione ma anche di ricerca e di produzione culturale. Un tempo si diceva che la ricerca si fa nelle università e la produzione delle mostre con le società.
    Bisogna riprendere in mano il fatto che nei musei si studia, si lavora e si produce. E questo noi lo abbiamo dimostrato''.
    Il catalogo pubblicato da Dario Cimorelli Editore, dunque, è destinato a diventare un titolo di riferimento imprescindibile sul maestro ''per restituirgli il posto che merita nel lungo racconto dell' arte''. ''La nostra intenzione fin dall' inizio era di farne un oggetto che rimanesse come un punto fermo degli studi su Perugino da tutti i punti di vista - spiega il direttore - . Abbiamo voluto dedicare a ogni opera un saggio e non una semplice una scheda, far introdurre tutte le sezioni da uno o più saggi, e avere una bibliografia non dico completa ma quasi''. Non fare uscire subito il volume - che tra l' altro sarebbe stato impossibile da portare in mostra visto il peso di quasi quattro chilogrammi - è stata un po' una scelta perchè il lavoro sulla qualità delle immagini e per uniformare i testi dei ben 42 contributori è stato lungo e accurato. Qualche ritardo comunque c' è stato ma non ha inciso sulla reazione dei visitatori: quando il catalogo è stato finalmente disponibile, nell' ultima settimana di mostra, sono state vendute mille copie. Tra i testi, ovviamente, spicca anche lo ''scoop' delle celebrazioni firmato da Pierini, l' attribuzione a Perugino di un nuovo autoritratto, il terzo dopo quello dell' affresco del vicino Collegio del Cambio e nel quadro L' Adorazione dei magi.
    Il volto dell' uomo dell' olio su tavola prestato dagli Uffizi era stato attribuito in passato a Lorenzo di Credi e in seguito a Raffaello come un ritratto del Verrocchio. Studiando l' immagine al photoshop con storici dell' arte e tecnici e sovrapponendola, appunto, all' affresco del Cambio, è stato stabilito ''con certezza'' proprio tre giorni prima dell' apertura della mostra che per i due dipinti era stato utilizzato lo stesso cartone. Lo dimostrano l' identica distanza da pupilla a pupilla, le caratteristiche somatiche e le macchie dovute a una malattia della pelle dell' artista. E' stato proprio Pietro Vannucci, quindi, a raffigurarsi più vecchio di cinque anni. La chiusura dell' affascinante percorso espositivo tra la settantina di capolavori riuniti alla Galleria Nazionale dell' Umbria è stata riservata al celebre Sposalizio della Vergine che il pittore dipinse nel 1504 e che, in seguito alle spoliazioni napoleoniche, dalla fine del Settecento è in Francia, nel Museo di Belle Arti di Caen. Dalla città della Normandia in più di due secoli si era mosso soltanto due volte, sempre per essere esposto in Italia. Tirando le somme, Marco Pierini non nasconde la soddisfazione per l' enorme lavoro svolto dal gruppo di collaboratori del suo museo, per la gran parte giovani. ''Tutto quello che potevamo fare è stato pensato e fatto con le nostre forze. Ci vuole una grande squadra e io, per fortuna, ce l' ho''.
   

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