Il vino "è un gioiello" per l'Italia
ed è "opportuno valorizzarlo attraverso eventi consolidati, come
il Vinitaly, portando ulteriori elementi di qualità legati
all'arte, alla storia della nostra Italia e anche alle grandi
innovazioni di cui siamo capaci".
Lo ha detto il ministro dell'Agricoltura, Sovranità
alimentare e Foreste, Francesco Lollobrigida, presentando la
conferenza internazionale sul vino e prima ministeriale
dell'Organizzazione internazionale del vino
(Oiv) che quest'anno celebra i 100 anni di attività, in
programma per la prima volta in Italia dall'11 al 13 aprile
prossimi, con una prima tappa in Franciacorta e poi a Vinitaly a
Verona. Presenti 31 nazioni da tutto il mondo.
Dalla Conferenza, ha annunciato Lollobrigida, "uscirà un
documento conclusivo" con l'impegno dei Paesi (rappresentati da
14 ministri e da ambasciatori e rappresentanti di governo)
rivolto alla ricerca, ai giusti comportamenti nei consumi, alla
dissuasione negli abusi. "Il vino è anche alcol - ha detto
Lollobrigida - in percentuale molto ridotta, come anche molti
nutrizionisti di fama internazionale hanno sottolineato, ma è
una produzione ben più complessa che assunta in giusta quantità
non crea danni come qualcuno invece sostiene per ridurre la
nostra capacità di concorrere in termini economici a livello
mondiale, tentando di stigmatizzare i consumi". In tal senso, ha
sottolineato il ministro, "penso vada fatto tutto l'opposto,
valorizzare quello che abbiamo di prezioso. Ne abbiamo tanti di
competitor a livello nazionale, e purtroppo abbiamo anche
qualcuno che a livello nazionale fa di tutto per danneggiare la
nostra Italia".
Dalla Conferenza uscirà un impegno "teso alla valorizzazione
del prodotto". I Paesi rappresentano tutti i Continenti, hanno
religioni e lingue diverse "ma si ritrovano sul vino e questo è
un buon segno per raccontare qualcosa che unisce e non divide,
in un momento in cui esistono tante divisioni a livello
mondiale".
E sulla sfida agli alert sanitari: "In Italia - ha detto in
un video collegamento Giorgio Calabrese, medico specializzato in
Scienza dell'Alimentazione e docente universitario - abbiamo le
regole più rigide del mondo, beviamo un terzo di quello che si
beve in altri Paesi eppure si sono scagliati contro il vino".
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