La principale area produttiva rossista del Veneto vince il confronto con la media italiana di fascia premium - la più coerente con l'area considerata in termini di struttura della produzione - grazie anche al suo vino di punta, l'Amarone, che spinge l'intera denominazione verso il segmento luxury. L'utile netto nell'annus horribilis 2020 registrato dalle imprese della Valpolicella si è attestato al 6,4%, contro una media dello 0,4% del segmento premium e del -2,6% per il classic (12,4% il luxury), con un Mol al 14,4% a fronte di un 12,5% del premium e un patrimonio netto nettamente superiore (54,7% vs 43%). "Lo studio - ha detto il presidente del Consorzio tutela vini Valpolicella, Christian Marchesini - dimostra come sia importante per una denominazione come la nostra mantenere standard qualitativi elevati, con un adeguato posizionamento del prezzo medio e della brand awareness. In questo senso, l'Amarone contribuisce in maniera determinante alle spalle larghe evidenziate dalle imprese nei bilanci anche in un periodo non certo facile del recente passato. E per questo siamo fiduciosi che anche l'attuale difficile congiuntura possa essere affrontata e superata nel migliore dei modi".
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