Da oggi il consumatore potrà
scegliere tra tre diverse tipologie di Fontina Dop, pur
rimanendo invariate le caratteristiche tipiche della specialità
casearia di montagna ovvero il ciclo di produzione che avviene
interamente nel territorio della Valle d'Aosta; gli ingredienti,
che sono sempre solo tre, sale, caglio e latte intero crudo
delle bovine di razza valdostana autoctona; e i rigorosi
controlli sul rispetto del disciplinare, con valutazione
qualitativa finale e apposizione del marchio da parte del
Consorzio. Ad annunciarlo, in una nota, il Consorzio Produttori
e Tutela della Dop Fontina che conta ad oggi 162 soci
produttori, di cui 52 stagionatori e confezionatori. Dopo
l'approvazione della modifica del disciplinare di produzione da
parte del Ministero dell'Agricoltura della Sovranità Alimentare
e delle Foreste (Masaf), Fontina Dop sarà affiancata da due
nuove denominazioni ufficiali: Fontina Dop Alpeggio, e Fontina
Dop Lunga Stagionatura. Si tratta di tre prodotti di montagna,
nati tra le alte vette della Valle d'Aosta, ma diversi per
aroma, colore, consistenza e palatabilità.
"La nascita delle nuove tipologie rafforza il legame col
territorio e valorizza la produzione tipicamente di montagna
della Fontina Dop" sottolinea infine il Consorzio ricordando che
nella stessa direzione va anche la modifica al disciplinare
riguardante i foraggi. Mentre il regolamento europeo (Reg UE
1151-2014) richiede un minimo di prevalenza (51%) di alimenti
provenienti dalla zona di produzione, il Consorzio Fontina Dop
ha previsto nel nuovo Disciplinare che almeno il 60% della
razione alimentare di sostanza secca sia prodotto all'interno
del territorio montano della Valle d'Aosta. Il rispetto di tale
requisito consente di valorizzare le caratteristiche uniche del
latte di alta montagna e di mantenere viva l'antica pratica di
allevamento con la monticazione delle bovine durante il periodo
estivo e l'approvvigionamento nei prati di fondovalle durante i
mesi invernali, nel totale rispetto dei ritmi naturali montani.
"L'intento di questa iniziativa, che il Consorzio portava avanti
ormai da mesi, - afferma il Presidente Andrea Barmaz - è quello
di vedere finalmente riconosciuto e valorizzato l'eccezionale
lavoro che per 100 giorni l'anno i nostri casari svolgono in
alpeggio, in condizioni non proprio agevoli. La loro passione e
dedizione testimoniano un'antica tradizione casearia da
custodire e salvaguardare insieme alla difesa della biodiversità
dell'alta montagna e alle diverse metodologie di stagionatura
che rappresentano anch'esse una tipicità del nostro territorio".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA