Continua a Bruxelles la
battaglia sul tartufo. Dopo essere riusciti a costringere
l'Italia ad abbassare l'Iva sul prodotto dal 22% al 10%, i
tartufai tengono alto il pressing in Ue perché l'Italia
riconosca al pregiato fungo la natura di "prodotto agricolo
spontaneo". "La situazione potrebbe cambiare nei prossimi mesi
grazie a un emendamento della legge di bilancio, per questo
crediamo sia molto importante l'azione della commissione
Petizioni" che dovrebbe scrivere alle autorità italiane per
mantenere alta la pressione, ha chiesto in aula Mauro Carbone,
direttore del Centro nazionale di studi sul tartufo. Una
richiesta accolta dalla commissione del Parlamento europeo, che
nelle prossime settimane invierà una lettera all'Italia. Il non
riconoscimento del tartufo come prodotto agricolo spontaneo ha
come conseguenza, oltre a un regime di tassazione più elevato,
anche la sua esclusione dalle sovvenzioni della Politica
agricola comune Ue. Attenzione però a non pensare che il
cambiamento dello status del tartufo porti con se un'automatica
riduzione dell'Iva, ha avvertito un rappresentante della
Commissione Ue che ha partecipato al dibattito. "All'Italia non
interessa", ha risposto l'europarlamentare Alberto Cirio (FI),
"l'Iva al massimo sarà una conseguenza, ma se un tartufo è un
prodotto agricolo a Bruxelles lo dovrebbe essere anche a
Roma".
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