Nel resoconto della loro
missione, i tre funzionari Ue - il team leader tedesco Klaus
Depner, il lituano Marius Masiulis e il ceco Petr Satran - fanno
il punto sull'evoluzione dell'epidemia in Italia alimentata nel
Nord dalla trasmissione nei cinghiali e nei suini domestici,
mettendo in luce diverse criticità: dal debole coordinamento tra
le regioni alle "risorse limitate" per la sorveglianza, passando
per "il supporto finanziario insufficiente e i problemi tecnici"
che accompagnano la costruzione di recinzioni.
Sul fronte delle strategie messe in atto per il controllo
della malattia, "ogni regione-provincia attua le proprie misure
con un coordinamento minimo con i propri vicini", denuncia l'Eu
Veterinary Emergency Team, sollecitando a un piano "coordinato e
armonizzato" nell'area settentrionale, che tenga conto della
"complessiva situazione epidemiologica, indipendentemente dai
confini amministrativi".
Ridurre la popolazione dei cinghiali "a zero" attraverso la
caccia, viene osservato "sembra un obiettivo difficile da
raggiungere": servirebbe dunque un piano "ben ponderato e
pianificato" di strategia di caccia "che dovrebbe essere
sviluppo e coordinato a livello centrale da un gruppo di esperti
per l'intera area endemica" poiché "la caccia è solo uno
strumento e non la soluzione" del problema. E maggiore
coordinamento viene richiesto anche per la sorveglianza che
dovrebbe essere "prioritaria" e sconta invece gli effetti di
"risorse limitate".
Le misure di recinzione "possono essere uno strumento
efficace per limitare gli spostamenti dei cinghiali", tuttavia
la loro costruzione risulta ritardata da "supporto finanziario
insufficiente e sfide tecniche" con il risultato che, è
l'avvertimento, se fatte in ritardo, le recinzioni "potrebbero
non avere l'effetto desiderato di interrompere la diffusione
della Psa nelle aree non infette". "Sono necessarie molte più
risorse finanziarie e umane per implementare tempestivamente le
recinzioni come misura efficace", incalzano ancora gli esperti,
concludendo che - davanti ai peggiori timori di un'ulteriore
diffusione dell'epidemia verso est rispetto alla linea
dell'autostrada A15 e a sud verso la Toscana - "è urgentemente
necessario un piano B esteso che includa anche l'Emilia-Romagna
e la Toscana".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA