(V. 'Nell'agroalimentare fino a metà...' delle 13.29)
I cittadini stranieri residenti in
Emilia-Romagna sono 566.678 e mostrano un'incidenza pari al
12,8% sulla popolazione complessiva, contro una media nazionale
di 8,8%. Nello stesso anno i permessi di soggiorno rilasciati
sono stati circa 25.000. Considerando la distribuzione
territoriale, la più alta incidenza di stranieri residenti si ha
nelle province di Piacenza e Parma (15,3%), Modena è al terzo
posto (13,6%). La nazionalità romena risulta la più numerosa in
sei province su nove, mentre a Modena e Reggio Emilia prevalgono
i cittadini del Marocco. Sono dati del Dossier statistico
immigrazione (2022) analizzati nel primo rapporto sui lavoratori
immigrati dell'agroalimentare 'Made in Immigritaly. Terre,
colture, culture' commissionato dalla Fai-Cisl e presentato al
Cnel.
La stabilizzazione delle presenze sul territorio si
rispecchia anche nel mercato del lavoro: il 13% degli occupati
in regione sono stranieri, valore in linea con l'anno precedente
(2019) e al di sopra della media nazionale (10%). Tra gli
occupati stranieri il 90,2% svolge un lavoro dipendente, il 9,8%
un lavoro autonomo. Rispetto alla distribuzione nei diversi
settori, la maggioranza si concentra nel terziario (58,8%), al
secondo posto l'industria (34,4%) e al terzo l'agricoltura
(6,6%). Il tasso di disoccupazione degli stranieri (11,9%)
risulta superiore a quello degli italiani (4,4%) e conferma una
condizione più instabile nel mercato del lavoro, aggravatasi a
seguito delle crisi economiche degli ultimi anni.
Due i focus che hanno interessato l'Emilia-Romagna per la
realizzazione del report Fai Cisl Immigritaly: l'area del
modenese, con attenzione sulla lavorazione delle carni, "che
offre possibilità di impiego stabile e alcune opportunità di
miglioramento professionale, ma dove il lavoro degli immigrati
rimane in gran parte relegato nell'invisibilità", e quella
romagnola (valle del Bidente, in provincia di Forlì), in cui è
stato analizzato un altro comparto dell'industria alimentare,
quello avicolo, indagando inoltre forme e possibilità di
integrazione degli immigrati nel contesto territoriale, ossia
nel ripopolamento delle valli appenniniche.
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