E' operativo dal primo gennaio il nuovo Piano di Regolazione dell'Offerta del Prosciutto di Parma.
Approvato dal ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste lo scorso novembre, definisce i volumi produttivi del comparto della Dop per i prossimi tre anni, precisamente fino alla fine del 2026. A renderlo noto è il Consorzio del Prosciutto di Parma.
"L'entrata in vigore del nuovo Piano di Regolazione dell'Offerta - commenta il presidente del Consorzio Alessandro Utini - è una notizia particolarmente rilevante, soprattutto in questo momento storico. Da anni, ormai, siamo testimoni di scenari macroeconomici e geopolitici imprevedibili ed estremamente mutevoli, che mettono costantemente alla prova la tenuta delle realtà produttive". "Da un lato - aggiunge Utini - i nostri produttori devono far fronte ormai da tempo ai rincari senza precedenti e alla scarsa disponibilità della materia prima, condizionata anche da problematiche di sanità animale; dall'altro il consumatore si è trovato a disporre di un potere d'acquisto fortemente penalizzato dalle dinamiche inflattive, che lo ha necessariamente portato a prediligere salumi generici e, in generale, più economici. In questo contesto, gravato da criticità produttive e contrazione dei consumi, il Piano di Regolazione dell'Offerta si conferma uno strumento di particolare importanza e valore strategico, a beneficio sia delle nostre aziende che, in generale, del mercato del Prosciutto di Parma".
"Il Piano di Regolazione dell'Offerta - afferma il direttore del Consorzio del Prosciutto di Parma, Stefano Fanti - ha un evidente valore di politica economica. Il modello operativo che esso delinea raccoglie i punti di vista e le posizioni espresse dalle aziende consorziate, con il chiaro obiettivo di porsi come strumento condiviso, con un ruolo chiave per affrontare il presente e definire il futuro della nostra Dop".
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