Fiera e orgogliosa delle sue creature: i biomateriali. Ne ha realizzato cento diversi e per questo è stata pluripremiata in Italia e all'estero. Fatti con materiali di scarto. "Preferisco chiamarli eccedenze - osserva - ma se li chiamiamo scarti preziosi, allora sono d'accordo anch'io". Ma che scarti sono? "Noi lavoriamo le eccedenze senza consumare acqua, senza petrolio, senza consumare il suolo. Non si può usare la terra per avere tutto vegetale: ci vorrebbero sei pianeti. E invece si deve coltivare per il cibo e per i tessili, per mangiare e vestirsi. E poi usare le eccedenze".
La sua creatività e le sue innovazioni sono state messe a disposizione delle aziende di famiglia: collabora con La Casa Verde CO2.0, Edizero Architecture for Peace e Agritettura Lab.
Lei, che non si definisce imprenditrice, ma "contadina dell'edilizia". Per sua scelta ha deciso di tenere le "mani libere": non ha quote e non amministra società, non è in comunione dei beni. "Non ho paura del potere - dice - Anzi. Mi sento di esercitarlo con la forza delle mie idee per contribuire ad un futuro migliore: libera però da ogni condizionamento".
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