In zootecnia mai far gli auguri di
"figli maschi": per un allevatore solo le vacche da latte
assicurano un reddito di lungo periodo. Non a caso una delle
frontiere di ricerca e business più redditizie, come emerso a
Fieragricola, 112/ma edizione che ha chiuso oggi con 130mila
visitatori a Veronafiere, risulta quella del seme sessato per la
fecondazione, perché assicura nel 99% dei casi di poter avere
una progenie femminile, da destinare poi alla produzione di
latte. "L'interesse fra i produttori è molto elevato, anche
perché il costo del seme sessato è di 20 dollari in più rispetto
alla singola dose non sessata - ha detto Andrew Hunt della
società canadese Bullvine -. E in futuro prenderà sempre più
piede la genomica, nei confronti della quale sono stati previsti
dalle aziende investimenti per 5 milioni di dollari nei prossimi
tre anni».
Oltre alla genomica del futuro, la storica fiera scaligera
dedicata al settore primario si è quest'anno focalizzata non
soltanto sul miglioramento produttivo delle bovine da latte, ma
anche sui cosiddetti «indici funzionali», finalizzati a una
migliore attenzione alla sostenibilità economica, ambientale e
climatica. Fra gli obiettivi emersi c'è anche la riduzione dei
gas serra in atmosfera. Dunque: produrre di più, in ossequio
alle esigenze di una popolazione mondiale in crescita,
bilanciando tuttavia le esigenze ambientali e alimentari del
pianeta.
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