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Caporalato, c'è la legge: pene severe per chi sfrutta

Caporalato, c'è la legge: pene severe per chi sfrutta

Martina: 'Mai più schiavi nei campi'. Orlando: 'Grande giornata'

17 gennaio 2019, 13:11

Redazione ANSA

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Immigrati al lavoro nei campi - RIPRODUZIONE RISERVATA

Immigrati al lavoro nei campi - RIPRODUZIONE RISERVATA
Immigrati al lavoro nei campi - RIPRODUZIONE RISERVATA

18 OTT 2016 - E' una risposta dura al caporalato, lo sfruttamento dei lavoratori in condizioni disumane da parte di intermediari senza scrupolo, quella che giunge con la nuova legge approvata alla Camera. Su impulso dei ministri Orlando e Martina arriva al traguardo una legge che prevede innanzitutto pene più severe: d'ora in poi saranno sanzionabili, anche con la confisca dei beni, non solo gli intermediari illegali ma anche i datori di lavoro consapevoli dell'origine dello sfruttamento. Ci sarà anche un aiuto concreto alle vittime del caporalato, con l'estensione delle provvidenze del fondo anti-tratta. Tra le novità della normativa anche il potenziamento della Rete del Lavoro Agricolo di Qualità quale strumento di controllo e prevenzione del lavoro nero in agricoltura.

Proprio nei campi il fenomeno registra da sempre la sua maggior rilevanza per lo sfruttamento dei lavoratori stranieri impiegati nelle raccolte stagionali. La nuova legge prevede anche che le amministrazioni statali saranno direttamente coinvolte nella vigilanza e nella tutela delle condizioni di lavoro nel settore agricolo, attraverso un piano congiunto di interventi per l'accoglienza di tutti i lavoratori impegnati nelle attività stagionali di raccolta dei prodotti agricoli. Il piano presentato dai Ministeri del Lavoro e delle Politiche sociali, delle Politiche agricole alimentari e forestali e dell'Interno, sarà stabilito con il coinvolgimento delle Regioni, delle province autonome e delle amministrazioni locali, nonché delle organizzazioni di terzo settore.

"Lo Stato - commenta il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina - risponde in maniera netta e unita contro il caporalato con questa nuova legge attesa da almeno cinque anni. Ora abbiamo più strumenti utili per continuare una battaglia che deve essere quotidiana, perché sulla dignità delle persone non si tratta. E l'agricoltura si è messa alla testa di questo cambiamento''. "Oggi - commenta il ministro della Giustizia Andrea Orlando - è una grande giornata per il lavoro, per la tutela dei diritti e le persone più deboli: si è realizzato un obiettivo che da sempre caratterizza le battaglie della sinistra, quello per la dignità dei lavoratori e delle persone che sono più esposte alle forme più odiose di sfruttamento".

Entusiaste anche le reazioni dei sindacati. "Finalmente una legge buona e giusta che ci aiuterà nella difesa dei lavoratori italiani e stranieri sfruttati da imprenditori privi di scrupoli, da caporali che lucrano sulla loro povertà e sul loro bisogno di lavoro, dalla criminalità organizzata", afferma il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. Mentre di ''fatto di grande importanza'' che rappresenta "un vero traguardo di civiltà" parlano, in una nota congiunta, la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, e il segretario generale della Fai-Cisl, Luigi Sbarra e il segretario generale della Uila-Uil, Stefano Mantegazza definisce la nuova legge ''straordinario passo in avanti''.

''Ci eravamo presi l'impegno di approvare il disegno di legge sul contrasto al caporalato e allo sfruttamento del lavoro nero in agricoltura, e lo abbiamo mantenuto'', commenta soddisfatto il presidente della Commissione agricoltura della Camera Luca Sani, mentre Don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera, parla di "un passo in avanti fondamentale, un provvedimento necessario che va a colmare una lacuna dell'attuale legislazione italiana''. Di "passo determinante per dare dignità al lavoro nei campi" parla anche il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo che aggiunge come il lavoro nei campi ''ora vada tutelato anche per i prodotti importati che arrivano in Italia troppo spesso sottocosto proprio a causa dello sfruttamento, anche minorile''.

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